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L’amministrazione Trump ha ufficialmente avviato il processo per ritirare gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi, una mossa che non ha sorpreso nessuno.

di James Temple

Il Segretario di Stato USA, Mike Pompeo ha annunciato su Twitter l’avvio del conto alla rovescia che porterà gli Stati Uniti ad abbandonare ufficialmente l’accordo di Parigi. Il processo si concluderà tra un anno, il giorno dopo le prossime elezioni presidenziali. A quel punto, gli Stati Uniti saranno l’unica nazione al mondo a non far parte del patto, costringendo il resto del mondo a trovare una soluzione ai crescenti pericoli dei cambiamenti climatici senza la partecipazione del secondo tra i più grandi responsabili di emissioni di gas serra al mondo. 

Trump annunciò la decisione di abbandonare l’accordo due anni fa, sostenendo che minava la crescita economica della nazione e la possibilità degli USA di competere sui mercati internazionali. Eppure tutto sembra indicare che sia esattamente il contrario. 

Opponendosi direttamente contro il passaggio all’energia pulita, e per estensione, contro le aziende e i mercati che dovevano realizzarlo, gli Stati Uniti hanno ceduto ai rivali economici importanti opportunità economiche per lo sviluppo della prossima generazione di tecnologie pulite. La Cina, in particolare, ha raccolto il testimone, affermandosi come leader sul mercato delle batterie e dei veicoli elettrici, della trasmissione a lungo raggio, delle turbine eoliche e dei pannelli solari e altro ancora. 

Per non parlare del fatto che se Trump, davvero, crede che agire contro il cambiamento climatico sia troppo costoso per l’economia, chissà come reagirà al costo di non fare nulla. Secondo studio dopo l’altro, i danni economici provocati dai cambiamenti climatici saranno astronomici, molto più alti dei costi della riduzione delle emissioni. Nei soli Stati Uniti, i cambiamenti climatici potrebbero portare ad una perdita minima di centinaia di miliardi di dollari l’anno in produttività, raccolti, ed un aumento nel numero di morti precoci, danni alle proprietà, carenza idrica, inquinamento atmosferico, inondazioni, incendi e altro ancora.

Foto: Markus Spiske, Unsplash