Texas e California hanno troppa energia rinnovabile

La rapida crescita di solare ed eolico negli Stati Uniti sta scatenando il caos nei prezzi dell’energia.

di Richard Martin

Rispetto a qualche anno fa, sistemi eolici e fotovoltaici stanno entrando in funzione ad una velocità senza precedenti. Si tratta di un’ottima cosa, se il vostro traguardo è decarbonizzare il settore energetico. Se siete invece un operatore o un produttore indipendente di energia, e i vostri guadagni dipendono dalla vendita di elettricità, la situazione non è altrettanto positiva.

Nelle località colpite da sole e venti frequenti, come Texas e California, il prezzo dell’elettricità sta entrando sempre più frequentemente nel territorio negativo. In altre parole, gli operatori di grandi centrali a combustibili fossili o nucleari, la cui accensione e spegnimento costa caro, stanno imbattendosi in non pochi problemi quando le fattorie eoliche e solari raggiungono il picco di produzione. Con un simile eccesso di energia nella rete, i prezzi spot per l’energia passano in negativo e le centrali sono costrette a pagare i gestori perché ne facciano uso.

Stando a Bloomberg, lo scorso anno questa situazione si sarebbe verificata una dozzina di volte, ed è probabile che in futuro capiti sempre più spesso. “Nel mese di novembre, ed ancora a marzo, in Texas, un importante hub energetico ha dovuto scambiare sotto lo zero per quasi 50 ore”, stando all’operatore di stato della rete. In Germania, i prezzi negativi dell’energia sono una circostanza comune che abbatte drammaticamente i guadagni degli operatori, nonostante i sussidi alle rinnovabili che sostengono i prezzi più che negli Stati Uniti.

La prima soluzione ai prezzi sottozero consiste nel potenziare le linee di trasmissione al fine di trasferire l’energia nelle regioni in cui la domanda è maggiore. Secondo il Fraunhofer Institute di Berlino, la Germania guadagna oggi quasi $2 miliardi grazie alle esportazioni di energia verso paesi adiacenti. La costruzione di nuove linee di trasmissione ad alto voltaggio è però un’operazione costosa: il Texas ha speso $7 miliardi per le linee di trasmissione che trasportano l’energia dalle sue pianure ventose fino a Dallas e Houston.

Nel setup ideale, le regioni con abbondanti fonti di energia rinnovabile (molte delle quali possono essere raccolte in aree remote) produrrebbero, accumulerebbero e trasferirebbero l’energia fino alle città costiere, costringendo le centrali a combustibili fossili a ridurre la propria produzione e, ad un certo punto, interromperla completamente. Non esiste ancora, però, una capacità di stoccaggio tanto ampia. Nel frattempo, quindi, stando al Dallas Morning News, “in corrispondenza con l’aumentare dell’energia rinnovabile generata in Texas, i produttori hanno chiesto ai regolatori di predisporre incentivi per mantenere le centrali convenzionali in funzione”.

(MO)

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