Telemedicina in prima linea

La delegazione italiana all’ESA promuove €10 milioni di finanziamento per soluzioni di telemedicina e apprendimento a distanza.

di Lisa Ovi

La pandemia ha generato l’urgenza di evitare assembramenti di pazienti in scuole, studi medici, pronto soccorso e ospedali. La telemedicina, con il supporto delle reti satellitari, permette di portare in prima linea luoghi lontani, come dimostrato in particolare in Spagna.

Secondo un recente studio della NYU School of Medicine gli ultimi anni hanno visto una crescita molto graduale della pratica della telemedicina, nonostante negli USA la pratica sia promossa dalle società assicurative, che hanno da tempo ampliato la copertura per includere qualunque tipo di visita anche da casa, stabilendo anche requisiti di licenza meno ferrei perchè l’assistenza non debba essere limitata dai confini di stato. La pratica è supportata anche dalle agenzie governative.

La pandemia ha ora portato ad un’esplosione della pratica della telemedicina che potrebbe risultare permanente. La telemedicina permette agli operatori sanitari di utilizzare applicazioni telefoniche, video, e-mail e mobili in supporto dei propri servizi medici tradizionali nel rispetto delle disposizioni sul distanziamento fisico e limitando la necessità di utilizzare dispositivi di protezione individuale. Diventa inoltre possibile accedere senza limitazioni alle competenze cliniche quando e dove è necessario.

Come descritto in uno studio della UC Davis, la pratica è stata anche ampiamente utilizzata per mantenere vivo il contatto tra individui ricoverati in isolamento e i propri cari, con evidenti effetti positivi sulle possibilità di recupero dei pazienti.

Fondamentale alla buona conduzione della pratica della telemedicina è il supporto di una rete di connessioni capace e stabile. Non è un caso che, proprio settimana scorsa, grazie alla delegazione italiana all’ESA, l’agenzia ha ricevuto 10 milioni di euro di nuovi fondi per potenziare l’accesso a proposte di assistenza sanitaria e apprendimento a distanza. Il finanziamento del progetto ‘Space in response to COVID-19 outbreak‘ è stato quadruplicato in virtù dell’alto numero di idee di qualità ricevute, grazie al supporto del Ministro italiano per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano, e del direttore dell’agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia.

Il supporto della ESA nel campo della telemedicina ha rivelato il proprio valore sul campo in Spagna, dove nei mesi scorsi è stata testata a Barcellona con due dispositivi di triage e trattamento a distanza. Capaci di condurre esami ad ultrasuoni, laringoscopia ed elettrocardiogramma, tra le altre caratteristiche, i dispositivi Tempus Pro consentono agli operatori di controllare rapidamente i parametri vitali di un paziente come il battito cardiaco, la pressione sanguigna, la frequenza respiratoria e la temperatura, prima di trasmetterli a colleghi medici altrove. Questo può essere fatto tramite un collegamento satellitare sicuro o una rete telefonica come il 4G.

La tecnologia robotica della ESA è già in uso presso ospedali rurali, case di cura e carceri in Europa e in Canada per l’analisi di condizioni cardiache, addominali, pelviche e del tratto urinario. Nella presente crisi, il dispositivo chiamato Melody, sviluppato in Francia dalla AdEchoTech, potrebbe essere utilizzata come alternativa alle radiografie del torace per diagnosticare la polmonite nei pazienti infetti da COVID-19, alleviando la pressione sulle strutture ospedaliere.

Da oltre 20 anni la ESA è attiva nel campo della telemedicina e sostiene progetti come questo concetto di telecografia, con un occhio alla salute degli abitanti del pianeta come dei futuri astronauti che potrebbero vivere in stazioni spaziali o lunari.

(lo)

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