Studio e recupero delle disabilità sensoriali nei primi anni di vita

di Monica Gori

Quando afferriamo una mela, il nostro cervello ne costruisce un’immagine mentale composta da molteplici sensazioni: forma, peso, temperatura, ruvidezza e consistenza della superficie. Sensazioni che giungono direttamente dai nostri sensi e cui il cervello aggiunge, ricavandole dalle esperienze passate, il sapore e il profumo. Tale capacità di fondere sensazioni provenienti dai sensi matura completamente solo all’età di 8 anni e si realizza attraverso un processo di sviluppo mediante il quale ciascun senso “insegna” agli altri le misure per le quali è il più specializzato. Il progetto consiste nell’approfondire la conoscenza di come diverse modalità sensoriali interagiscono nel bambino e nell’adulto. Al contrario di quanto creduto fino a qualche anno fa, si è scoperto che fino all’età di 8 anni i bambini non sono in grado di integrare differenti tipi di informazioni sensoriali, ma usano solo una modalità sensoriale alla volta. Ciò permette predizioni sullo sviluppo di bambini con disabilità sensoriali e motorie; l’assenza di comunicazione tra modalità sensoriali nei primi anni di vita, infatti, sembra compromettere lo sviluppo di specifici aspetti percettivi non solo relativamente al canale sensoriale sede della disabilità, ma anche relativamente ad altri canali, a cui viene a mancare il senso “insegnante”. Avendo constatato come i primi 3 anni di vita siano fondamentali per lo sviluppo percettivo derivante dal processo di comunicazione tra le modalità sensoriali, il progetto ha evidenziato non solo la necessità di un intervento precoce per ristabilire una comunicazione tra modalità sensoriali nel bambino con disabilità motoria e sensoriale, ma anche la possibilità di sviluppare protocolli e dispositivi in grado di ristabilire il ruolo del senso mancante nell’educare gli altri sensi.

monica.gori@iit.it

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