Skip to main content

La transizione verso un modello di economia circolare rappresenta un’opportunità di cambiamento.

di Fonte Eni

Il modello dell’economia circolare rappresenta il superamento del modello di sviluppo lineare, basato sulla produzione e sul consumo ad alta intensità di energia e di risorse naturali, in cui i prodotti, al termine del loro ciclo di vita, diventano rifiuti.

L’evoluzione verso un modello di economia circolare rappresenta un’opportunità di cambiamento che, salvaguardando il capitale naturale, persegue uno sviluppo sostenibile verso un’economia low carbon, capace di adattarsi e rispondere adeguatamente ad un contesto socio-economico-ambientale sempre più complesso.

La circolarità di Eni è integrata nella strategia di tutte le sue business unit. L’obiettivo è la sostenibilità del business di lungo periodo, che può essere raggiunta solo attraverso la piena efficienza dal punto di vista economico, tecnico-operativo e ambientale. Un ruolo chiave lo svolge la ricerca di Eni che si concretizza in innovazioni di prodotto e di processo sostenibili e utilizzabili su scala industriale, come testimoniato dai brevetti Eni.

I pilastri della strategia di circolarità per Eni sono:

materie prime sostenibili: ovvero lavorare sempre meno input vergini e spostarsi verso l’utilizzo di materiali di origine biologica o provenienti da scarti di processi di produzione;

riuso, riciclo e recupero: attraverso processi di recupero di materie prime da prodotti di scarto ed il riutilizzo di acque e terreni, oltre che il recupero dei rifiuti;

estensione della vita utile: dare nuova vita ad asset in ottica sostenibile.

In questa direzione vanno ad esempio le iniziative di conversione delle raffinerie in bioraffinerie, che reinseriscono in processi produttivi aree e maestranze altrimenti destinate ad essere poste fuori dal mercato.

Come sottolinea Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni: “È indispensabile che la nostra risposta sia orientata verso un nuovo paradigma di sviluppo che ci faccia passare da una crescita lineare ad una circolare, che possa ridurre gli sprechi, trasformare gli scarti e dare nuova vita utile a quanto già esiste.”

Tramite la propria piattaforma downstream, Eni è nella posizione ottimale per sfruttare il modello circolare grazie agli impianti di conversione esistenti e di proprietà, alle competenze consolidate nel settore industriale, alle tecnologie, alla ricerca innovativa e alla distribuzione geografica dei propri asset. L’attitudine trasformativa e la piattaforma di circolarità sono per Eni la base per rafforzare un cambiamento già fondato sui rapporti di lungo termine con gli stakeholder locali, sull’attenzione alle specificità dei territori e sull’ascolto e l’inclusione degli stakeholder nella promozione del nuovo modello di sviluppo.

La trasformazione di Eni è partita dal settore della raffinazione, con la prima riconversione al mondo di una raffineria tradizionale in bioraffineria, a Venezia, attraverso l’utilizzo di tecnologie proprietarie seguita dalla trasformazione ed avviamento ad agosto 2019 di una seconda raffineria tradizionale in bioraffineria a Gela. Quest’ultima riprende lo schema del primo modello potenziandone le performance di sostenibilità rendendolo il più innovativo impianto per la produzione di biocarburanti in Europa, che potrà utilizzare cariche fino al 100% di materie prime di seconda generazione.

Ulteriori azioni sono state sviluppate nel settore della conversione dei rifiuti in nuovi prodotti energetici, grazie a tecnologie proprietarie come il Waste To Fuel. Nel settore della chimica Eni ha realizzato nuovi processi e prodotti che, tramite il riciclo dei polimeri, valorizzano materie plastiche di scarto trasformandole in materie prime seconde e che tramite la diversificazione del feedstock e l’eco-design massimizzano l’efficienza delle risorse in tutte le fasi del ciclo di vita.

In quest’ottica è sempre più centrale lo sviluppo di sinergie con il territorio nel quale l’azienda opera, al fine di minimizzare e ottimizzare l’impiego di prodotti, materia, acqua ed energia per individuare prontamente le opportunità nonché le necessità di innovazione tecnologica e di nuovi modelli culturali, che sono determinanti per assicurare uno sviluppo duraturo e sostenibile.

In tale ambito rientrano i Protocolli e gli accordi di cooperazione per lo sviluppo dell’economia circolare in Italia con diverse aziende per la raccolta di oli alimentari esausti e la fornitura di biocarburante HVO, come quelli stipulati negli ultimi due anni a Roma con AMA, con Veritas a Venezia, con Hera a Modena e con AMAT a Taranto. Nel 2019 Eni ha sottoscritto oltre 20 protocolli di economia circolare e mobilità sostenibile con i protagonisti del tessuto socio-economico nazionale ed internazionale.

Leggi qui l’articolo originale

(lo)