Sequestro del carbonio a basso prezzo

Un altro grande impianto di cattura diretta dell’aria è in via di costruzione, ma un nuovo studio rileva che potrebbe essere necessario crearne una rete per fare in modo che i costi della rimozione dell’anidride carbonica siano regionevoli.

di James Temple

Una coppia di aziende ha iniziato a progettare quello che potrebbe diventare il più grande impianto di cattura diretta dell’aria d’Europa, in grado di sequestrare fino a un milione di tonnellate di anidride carbonica all’anno e di seppellirla nelle profondità del Mare del Nord. La CO2 sarà considerata come un credito di carbonio, in risposta alla crescente esigenza di rimozione dell’anidride carbonica. Diverse nazioni e aziende stanno a loro volta elaborando piani di emissioni nette zero che dipendono fortemente, direttamente o indirettamente, dall’utilizzo di alberi, macchine o altri mezzi per estrarre l’anidride carbonica dall’aria.

I ricercatori sul clima affermano che il mondo potrebbe aver bisogno di rimuovere miliardi di tonnellate di CO2 all’anno entro la metà del secolo per affrontare le “emissioni residue” di settori come l’aviazione e l’agricoltura sui quali non siamo in grado di intervenire in modo economico, e per difendere il pianeta da livelli di riscaldamento estremamente pericolosi.

La domanda critica e senza risposta, tuttavia, è quanto costerà la cattura aerea diretta e se le aziende e le nazioni decideranno che possono permetterselo.

L’impianto proposto dalle due aziende, Carbon Engineering e Storegga Geotechnologies, sarà probabilmente situato nel nord-est della Scozia, dove potrà attingere ad abbondanti riserve di energia rinnovabile e convogliare l’anidride carbonica catturata nei siti vicini al largo. Dovrebbe essere operativo entro il 2026, hanno affermato le aziende.

“Non possiamo fermare ogni fonte di emissioni”, afferma Steve Oldham, amministratore delegato di Carbon Engineering, che ha sede nella British Columbia. “È troppo difficile, costoso e dirompente a livello sociale. È qui che entra in gioco la rimozione del carbonio. Stiamo assistendo a una crescente consapevolezza della sua necessità”.

L’obiettivo è 100 dollari a tonnellata

Oldham rifiuta di dire quanto le aziende intendono far pagare per la rimozione del carbonio e dice che non conoscono ancora i costi per tonnellata che raggiungeranno con lo stabilimento europeo. Ma è fiducioso che alla fine si attesteranno sui livelli di costo target per la cattura diretta dell’aria identificati in un’analisi del 2018 apparsa su “Joule”, condotta dal fondatore di Carbon Engineering e dal professore di Harvard David Keith. La gamma andava dai 94 ai 232 dollari per tonnellata una volta che la tecnologia raggiunge la scala commerciale.

Arrivare a 100 dollari per tonnellata è essenzialmente il punto di redditività economica, poiché i grandi clienti statunitensi generalmente pagano da 65 a 110 dollari per l’anidride carbonica utilizzata per scopi commerciali, secondo un documento apparso a maggio e passato inosservato di Habib Azarabadi e del pioniere della cattura diretta dell’aria Klaus Lackner, entrambi del Center for Negative Carbon Emissions dell’Arizona State University. (I 100 dollari non includono il costo separato, ma notevolmente inferiore del sequestro del carbonio).

A quel punto, la cattura diretta dell’aria potrebbe diventare un modo ragionevolmente conveniente per affrontare il 10-20 per cento delle emissioni che rimarranno troppo difficili o costose da eliminare e potrebbe persino competere con il costo della cattura dell’anidride carbonica prima che fuoriesca da stabilimenti e fabbriche, affermano gli autori.

Ma l’ipotesi più accreditata è che oggi il settore non sia neanche lontanamente vicino a quel livello. Nel 2019, l’azienda svizzera di cattura diretta dell’aria Climeworks ha dichiarato che i suoi costi erano di circa 500-600 dollari per tonnellata. Quello che servirà per arrivare a quella soglia di 100 dollari, secondo Azarabadi e Lackner, è costruire una rete di impianti.

Nello specifico, lo studio stima che l’industria della cattura diretta dell’aria dovrà crescere di un fattore poco oltre 300 per raggiungere costi di 100 dollari a tonnellata. Ciò si basa sui “tassi di apprendimento” delle tecnologie di successo o sulla rapidità con cui i costi sono diminuiti man mano che la loro capacità di produzione è cresciuta. Ottenere la cattura diretta dell’aria a quel punto potrebbe richiedere sussidi federali totali da 50 milioni a 2 miliardi di dollari, per coprire la differenza tra i costi effettivi e i tassi di mercato per l’anidride carbonica analogamente a una qualsiasi commodity.

Lackner ritiene che la domanda chiave è se il loro studio ha applicato le giuste curve di apprendimento da tecnologie di successo come il solare, dove i costi sono diminuiti di circa un fattore 10 quando la scala è aumentata di 1.000 volte, o se la cattura diretta dell’aria rientra in una categoria più rara di tecnologie in cui il tasso più alto di apprendimento non riduce rapidamente i costi.

“Alcune centinaia di milioni investiti nell’ammortamento dei costi potrebbero dire se questa è un’ipotesi buona o cattiva”, ha sostenuto in una e-mail.

Steve Oldham, CEO of Carbon Engineering. Carbon Engineering

Cacciatore di sogni

Il Regno Unito ha stabilito un piano per azzerare le proprie emissioni entro il 2050 che richiederà la rimozione di milioni di tonnellate di anidride carbonica per bilanciare le fonti di emissioni che potrebbero ancora produrre inquinamento. Il governo ha iniziato a investire milioni di dollari per sviluppare una varietà di approcci tecnici per raggiungere tali obiettivi, inclusi circa 350.000 dollari per l’iniziativa di Carbon Engineering e Storegga, soprannominato Project Dreamcatcher.

L’impianto sarà probabilmente situato vicino al cosiddetto Acorn Project, sviluppato dalla sussidiaria di Storegga con sede in Scozia, Pale Blue Dot Energy. Il piano è di produrre idrogeno dal gas naturale estratto dal Mare del Nord, catturando le emissioni rilasciate nel processo. Il progetto riutilizzerà anche l’infrastruttura petrolifera e del gas esistente sulla punta nord-orientale della Scozia per trasportare l’anidride carbonica, che verrebbe iniettata nei siti sotto il fondo del mare.

Il proposto impianto di cattura diretta dell’aria potrebbe sfruttare la stessa infrastruttura per il suo stoccaggio di anidride carbonica, afferma Oldham. Le aziende inizialmente si aspettano di costruire una struttura in grado di catturare 500.000 tonnellate all’anno, ma alla fine potrebbe raddoppiare la portata data la domanda del mercato. Anche nell’ipotesi meno favorevole, supererebbe di gran lunga l’impianto europeo più grande in corso, Orca di Climeworks, in Islanda, che dovrebbe rimuovere 4.000 tonnellate all’anno. Solo una manciata di altri impianti su piccola scala sono stati costruiti in tutto il mondo.

La capacità prevista dell’impianto in Scozia è essenzialmente la stessa dell’altro impianto di Carbon Engineering, pianificato per il Texas. Partirà da mezzo milione di tonnellate all’anno con il potenziale per raggiungere un milione. La costruzione dovrebbe iniziare il prossimo anno e si prevede che sarà operativo nel 2024.

Gran parte dell’anidride carbonica catturata in quell’impianto, tuttavia, verrà utilizzata per il cosiddetto recupero avanzato del petrolio, vale a dire che il gas verrà iniettato nel sottosuolo per liberare ulteriore petrolio dai pozzi petroliferi nel bacino del Permiano. Se fatto con attenzione, questo processo potrebbe potenzialmente produrre combustibili “carbon neutral”, senza aggiungere più emissioni nell’atmosfera di quelle rimosse.

Oldham concorda sul fatto che la costruzione di più impianti sarà la chiave per determinare i costi, osservando che Carbon Engineering vedrà già dei risparmi nel passaggio dal primo al secondo impianto. Quanto bruscamente la curva si piegherà da lì dipenderà dalla rapidità con cui i governi adotteranno i prezzi del carbonio o altre politiche climatiche che creano più domanda per la rimozione del carbonio, aggiunge. Tali politiche essenzialmente costringono settori “difficili” come l’aviazione, il cementifero e quello dell’acciaio a iniziare a pagare qualcuno per ripulire il loro inquinamento.

(rp)

foto: Carbon Engineering, LTD

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