Scienziati hanno ripristinato la circolazione a cervelli di maiale in teste recise

L’esperimento potrebbe portare ad una ridefinizione della morte.

di Antonio Regalado

Si tratta del classico cliché da fantascienza, il cervello vivente ch egalleggia in un barattolo. Ora, però, scienziati della Yale University dichiarano di averlo realizzato.

Teste di maiale: una squadra di ricercatori guidata da Nenad Sestan ha descritto su Nature come abbia recuperato teste di maiale recise da un macello del New Haven per provare a ripristinarvi la circolazione entro poche ore dalla morte.
Gli esperimenti hanno avuto successo. Molte delle cellule del cervello sono state mantenute vive e funzionanti per più di un giorno.
Comprendere il funzionamento del cervello è uno degli obbiettivi più ambiti della medicina.

Non consapevole: Secondo Sestan, per quanto le cellule del cervello siano vive, la squadra di ricercatori non ha rilevato segnali elettrici organizzati tra i neuroni, un dato che avrebbe potuto suggerire un ritorno alla consapevolezza da parte della testa recisa.
Durante una conferenza stampa, un esperto di etica coinvolto nello studio ha dichiarato che nel caso fossero state rilevate tracce di consapevolezza, gli studi sarebbero stati interrotti.
Sestan ci tiene a chiarire che i cervelli “non sono vivi.”

Barattolo high-tech: I ricercatori hanno fatto uso di un dispositivo di loro costruzione chiamato BrainEx, studiato per ristabilire la circolazione dell’ossigeno grazie a fluidi indotti nel cervello e nelle sue miriadi di piccoli vasi sanguigni per mezzo di una serie di pompe, filtri e connessioni chirurgiche.

La morte messa in dubbio: i medici possono dichiarare una persona defunta a pochi minuti dall’interruzione del battito cardiaco, per poi, a volte, raccogliere velocemente cuore e reni per il trapianto in altri pazienti. Questa nuova tecnologia potrebbe richiedere una nuova definizione della morte.

“Se strumenti tecnologici come il BrainEx fossero migliorati e resi utilizzabili sugli esseri umani, la morte cerebrale potrebbe candidare un individuo alla rianimazione cerebrale piuttosto che alla donazione degli organi,” scrivono Stuart Youngner e Insoo Hyun, esperti in bioetica della Case Western University.

(lo)

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