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Un chip in grado di sterzare i sensori laser potrebbe rivelarsi fondamentale per il futuro dei trasporti.

di Tom Simonite

Saranno anche intelligenti, ma le automobili a guida autonoma non sono certo belle. Il design a bolla dell’auto di Alphabet monta sul tetto una grossa e ingombrante cupola. I prototipi di Uber, che a Pittsburgh offrono già un servizio di taxi ad alcuni dei suoi clienti, montano invece un cilindro rotante argentato che ricorda una caffettiera.

Questi elementi appariscenti sono i lidar, mappano il mondo in 3-D utilizzando dei laser e sono fondamentali per permettere alle vetture di percepire il mondo circostante con una precisione sufficiente a permettergli di gestire una vasta serie di condizioni di guida.

Una linea di produzione in fase di allestimento ad Attleboro, nel Massachusetts, è pensata per rendere queste componenti fondamentali sufficientemente compatte da rientrare nelle linee di una vettura convenzionale. A partire dall’anno prossimo dovrebbe cominciare la produzione di lidar grandi quanto un pugno e dotati di una maggiore portata e risoluzione.

“Non saprete neanche che si trovano a bordo dell’auto”, dice Louay Eldada, CEO della startup Quaenergy, che ha inventato il nuovo design e si è rivolta alla Sensata per realizzarlo. I sensori possono essere nascosti in diversi punti, come dietro la griglia frontale o all’interno degli pecchi retrovisori, spiega Eldada.

Quaenergy mira a fissare a $250 il prezzo per il suo lidar compatto. Ne occorreranno tre per ottenere la visuale a 360 gradi di cui sono capaci gli ingombranti lidar utilizzati nelle vetture di Alphabet e Uber, che però costano decine di migliaia di dollari.

Eldada sostiene che i suoi sensori offrano anche una portata ed una risoluzione maggiore – fino a 200 metri contro i 120 dei sistemi attualmente in uso. “Posso vedere quello che fate con le dita entro i primi 100 metri”, dice.

Daimler, il gigante tedesco dell’automobile, e Delphi, un fornitore leader di componenti per auto, stanno sperimentando l’aggiunta di quattro sensori per garantire una visuale certa dell’ambiente circostante. Entrambe le società hanno investito in Quaenergy, che ha raccolto più di $150 milioni da quando è stata fondata nel 2012.

Gli attuali lidar sono ingombranti a causa degli specchi rotanti che servono a direzionare i raggi laser necessari a rilevare il mondo. I lidar della Quaenergy non presentano parti mobili, bensì orientano i propri laser utilizzando un chip con una schiera di un milione di minuscole antenne.

Negli ultimi anni, i modelli convenzionali di lidar sono diventati molto più economici e piccoli, dice Sravan Puttagunta, CEO di Civil Maps, una startup impegnata in diverse operazioni di mappatura per le vetture autonome. Modelli come quello sviluppato dalla Quaenergy, però, presentano vantaggi che vanno oltre le dimensioni e il prezzo. Possono, ad esempio, proiettare i laser per rilevare o scansionare particolari oggetti o superfici con maggiore accuratezza. “È importante perché permette di concentrarsi sulle aree di maggiore interesse, come capita durante la guida”, spiega Puttagunta. Potrebbe anche aiutare le vetture autonome a controllare ed aggiornare le mappe che utilizzano per localizzare la propria posizione, aggiunge.

L’assenza di parti in movimento potrebbe anche rendere i lidar più resistenti, qualcosa di fondamentale per un modello commerciale che deve durare anni. Eldada dice di essere in trattativa con diverse case automobilistiche all’infuori di Daimler, ma non le menziona per accordi di riservatezza. Si aspetta di vedere i suoi sensori montati su molti prototipi a partire dall’anno prossimo, e sui primi modelli commerciali a partire dal 2018.

L’anno prossimo Quaenergy produrrà anche un lidar più piccolo, grande all’incirca quanto due scatole di fiammiferi sovrapposte. Questo altro dispositivo, che dovrebbe costare $100, è pensato per i droni e i sistemi di sicurezza domestica.

(MO)