Saranno i ricchi a salvare la ricerca ambientale da Trump?

Se il nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, taglierà i fondi per la scienza ambientale e la ricerca di forme di energia pulita, i miliardari del mondo potrebbero intervenire per tentare di rimediare.

di Jamie Condliffe

A giudicare da alcune dichiarazioni del team di transizione di Donald Trump, e dalla crescente lista di candidati per ruoli fondamentali nella sua amministrazione, il futuro della scienza ambientale e delle ricerche rivolte allo sviluppo di forme di energia pulite è a rischio. Sorge spontanea la seguente domanda: Anche se i miliardari degli Stati Uniti potessero colmare il vuoto lasciato da Trump, sarebbe giusto che lo facessero?

Trump mira a debilitare l’Environmental Protection Agency e smantellare il Clean Power Plan. Si teme addirittura che possa tagliare i fondi alle ricerche che la NASA conduce nel campo della scienza ambientale. Diversi scienziati stanno cercando di raccogliere e proteggere i dati nel timore che possano essere cancellati. Come se non bastasse, se Rick Perry salirà al comando del Dipartimento per l’Energia, le ricerche rivolte verso nuove soluzioni energetiche non terranno conto dei timori sollevati dal cambiamento climatico.

Questo scenario ha portato alcuni scienziati a interrogarsi su quali figure potrebbero subentrare per aiutarli a monitorare l’impatto dell’umanità sul pianeta.

Durante l’incontro dell’American Geophysical Union a San Francisco, Marci McNutt, presidente della National Academy of Sciences, ha detto che i donatori privati potrebbero sostenere i conti delle ricerche nel campo della scienza ambientale. Secondo Buzzfeed, McNutt avrebbe incontrato diverse figure in grado di raccogliere svariati miliardi di dollari per la causa.

Questa notizia è seguita all’annuncio da parte del fondo Breakthrough Energy Ventures, che nell’arco dei prossimi 20 anni impegnerà $1 miliardo nel finanziamento di idee energetiche considerate troppo rischiose dalle normali società di investimento di ventura. L’iniziativa è supportata da oltre 20 miliardari, fra i quali Jeff Bezos di Amazon, Jack Ma di Alibaba e Richard Branson di Virgin.

Il problema, ovviamente, è che offrendosi di pagare queste ricerche, i miliardari del mondo potrebbero erroneamente lanciare il messaggio che i fondi privati bastino – una idea che Trump potrebbe gradire. Ma non è proprio così. Il governo gioca un ruolo fondamentale nel finanziamento della ricerca di base, e non può certo fermarsi.

McNutt sembrerebbe pensare la stessa cosa. Per quanto stia cercando di raccogliere potenziali fonti di investimento, il suo messaggio a questi benefattori, apparentemente, sarebbe “aspettate a farlo”. McNutt, infatti, non vuole che Trump e il Congresso abbiano motivo per tagliare i fondi alla ricerca ambientale.

Fortunatamente, la maggior parte dei miliardari è perfettamente in grado di tenere stretti i propri fondi. Per il bene degli investimenti degli Stati Uniti nel futuro del pianeta, potrebbero proprio doverlo fare.

(MO)

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