Robocalls elettorali: cosa si sa e cosa no

Nonostante le diverse ricerche sull’argomento, non è ancora chiaro se questa forma di disinformazione sia stata utilizzata in modo più diffuso rispetto agli anni precedenti.

di James Temple

Milioni di elettori negli Stati Uniti hanno ricevuto richiami e messaggi che li incoraggiavano a rimanere a casa il giorno delle elezioni, in quelli che gli esperti ritengono fossero chiari tentativi di diminuire l’affluenza alle urne in queste elezioni politiche del 2020. L’impiego di tali tattiche per diffondere disinformazione e seminare confusione durante le elezioni non è una novità, e non è ancora chiaro se siano state utilizzate in misura maggiore quest’anno rispetto alle elezioni precedenti o quale effetto abbiano effettivamente sull’affluenza alle urne.

Tuttavia, vi sono alcune testimonianze secondo cui, dato il deciso impatto della disinformazione elettorale sui social media sulla scia delle elezioni presidenziali del 2016, chi voleva fare opera di boicottaggio potrebbe essersi servito di forme di comunicazione private come chiamate, messaggi ed e-mail in questo ciclo elettorale.

Il giorno prima delle elezioni, i funzionari elettorali del Michigan hanno avvertito i cittadini di ignorare i numerosi richiami ai residenti di Flint, che li invitava a votare mercoledì per evitare le lunghe file il giorno delle elezioni. Nel frattempo, ha riferito il “Washington Post”, circa 10 milioni di chiamate automatiche sono state inviate agli elettori in tutto il paese nella fase pre-elettorale consigliandoli di “stare al sicuro e restare a casa”. 

Il procuratore generale di New York ha detto che il suo ufficio sta “indagando attivamente sulle accuse secondo cui gli elettori stanno ricevendo chiamate automatiche che diffondono disinformazione. Siamo a conoscenza di segnalazioni di questo tipo di chiamate rapide”. In un suo promemoria, l’FBI incoraggia i cittadini americani a verificare qualsiasi informazione elettorale e di voto che potrebbe ricevere attraverso i funzionari elettorali locali.

L’uso di chiamate automatiche a scopo politico è ampiamente protetto negli Stati Uniti, in base alle regole sulla libertà di parola del Primo Emendamento. Ma gli incidenti sopra descritti possono violare le leggi statali o federali in materia di intimidazione e interferenza elettorale. Ciò è particolarmente vero nel caso i gruppi che li hanno orchestrati agissero a sostegno di un candidato, prendendo di mira gli elettori dell’altro campo, afferma Rebecca Tushnet, professoressa di diritto della Harvard Law School.

La parte difficile è rintracciare i gruppi responsabili, afferma Brad Reaves, ricercatore di informatica presso la North Carolina State University e membro del  Wolfpack Security and Privacy Research Lab. La fonte di tali chiamate è spesso oscurata a causa del passaggio attraverso diverse reti di telecomunicazioni con diversi protocolli tecnici. Ma fintanto che la chiamata ha avuto origine negli Stati Uniti, la fonte generalmente può essere accertata con la collaborazione da parte delle aziende di telecomunicazioni.

Alla fine dello scorso anno il presidente Donald Trump ha firmato la TRACED Act, che dovrebbe rendere più semplice identificare la fonte delle chiamate robotiche creando una sorta di impronta digitale permanente attraverso le reti. Tuttavia, il sistema non funziona sulla vecchia infrastruttura di telecomunicazioni che molti vettori hanno ancora in atto e non riuscirà a contrastare i malintenzionati che operano dall’estero, afferma Reaves.

Da parte sua, Tushnet afferma che è fondamentale indagare senza tregua su tali atti e perseguirli. Anche se è troppo tardi per le elezioni di quest’anno, potrebbe scoraggiare pratiche simili negli anni a venire. “Sappiamo che si tratta di vera e propria frode elettorale”, spiega Tushnet. L’unica domanda è relativa al tipo di risorse che vanno stanziate per fermarla.

Foto: Elettori a Ridgeland, nel Mississippi. AP / Rogelio V. Solis

Related Posts
Total
0
Share