L’intelligenza artificiale generativa sta stravolgendo i motori di ricerca tradizionali come li conosciamo, aiutandoci a trovare rapidamente ciò che cerchiamo sui nostri telefoni.
CHI
Apple, Google, Meta, Microsoft, OpenAI, Perplexity
QUANDO
Ora
L’introduzione da parte di Google di AI Overviews, basato sul modello linguistico Gemini, modificherà il modo in cui miliardi di persone effettuano ricerche su Internet. E la ricerca generativa potrebbe essere il primo passo verso un agente di intelligenza artificiale in grado di gestire qualsiasi domanda o compito da svolgere.
Invece di restituire un elenco di link, AI Overviews offre risposte concise alle vostre domande. In questo modo è più facile ottenere approfondimenti rapidi senza dover scorrere e cliccare su più fonti. Dopo un inizio difficile con risultati insensati di alto profilo dopo il rilascio negli Stati Uniti nel maggio 2024, Google ha limitato l’uso di risposte che attingono a contenuti generati dagli utenti o a siti di satira e umorismo.
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L’ascesa della ricerca generativa non è limitata a Google. Anche Microsoft e OpenAI hanno lanciato versioni nel 2024. Nel frattempo, in molti altri luoghi, sui nostri computer e su altri gadget, le ricerche assistite dall’intelligenza artificiale stanno analizzando immagini, audio e video per fornire risposte personalizzate alle nostre richieste.
Ma il dominio globale di Google nel campo della ricerca ne fa l’attore più importante, e l’azienda ha già distribuito AI Overviews a più di un miliardo di persone in tutto il mondo. Il risultato sono ricerche che assomigliano di più a conversazioni. Sia Google che OpenAI riferiscono che le persone interagiscono in modo diverso con la ricerca generativa: fanno domande più lunghe e pongono più domande di approfondimento.
Questa nuova applicazione dell’intelligenza artificiale ha serie implicazioni per la pubblicità online e per i media. Poiché questi prodotti di ricerca spesso riassumono nelle loro risposte informazioni tratte da notizie e articoli online, si teme che i risultati della ricerca generativa lascino pochi motivi per cliccare sulle fonti originali, privando i siti web di potenziali entrate pubblicitarie. Alcuni editori e artisti hanno fatto causa per l’uso dei loro contenuti per addestrare i modelli di intelligenza artificiale; ora la ricerca generativa sarà un altro terreno di scontro tra media e Big Tech.