Regole più severe per le Big Tech

In America, i candidati democratici Elizabeth Warren e Bernie Sanders hanno chiesto di fare uno “spezzatino” delle grandi aziende tecnologiche, e anche i candidati più moderati richiedono misure antitrust molto più efficaci.

di David Rotman

Ma cosa sorgerebbe dalla divisione di aziende come Facebook, Google e Amazon? Per rispondere a questa domanda, è necessario sapere cosa c’è dietro la loro creazione. In un nuovo articolo, un team di importanti economisti tra cui David Autor e John Van Reenen del MIT descrivono “l’ascesa delle aziende superstar“.

Gli economisti hanno esaminato i dati degli ultimi 30 anni per identificare il modo in cui la tecnologia dell’informazione ha consentito l’affermarsi di un principio del tipo “chi vince prende tutto” in una manciata di settori chiave, tra cui produzione e vendita al dettaglio. In ciascun settore, alcune aziende dominanti hanno conquistato porzioni di mercato sempre più grandi.

Il motivo, essi sostengono, non è probabilmente che le regole dell’antitrust sono state troppo deboli, ma che queste aziende sono diventate molto più produttive e innovative rispetto ai loro concorrenti grazie, tra l’altro, agli effetti di rete e ai vantaggi del software.

Non si tratta di un’intuizione particolarmente originale, ma i ricercatori presentano prove di quanto questo fenomeno sia stato diffuso in tutti i settori e in che misura abbia trasformato l’economia degli Stati Uniti, contribuendo, forse, alla disparità di reddito.

Un’interpretazione della nuova ricerca è che non abbiamo bisogno di un antitrust più forte: queste grandi aziende hanno vinto in modo equo. Peter Orszag, un economista di punta dell’amministrazione Obama, ha scritto su “Bloomberg”: “Le aziende superstar prosperano perché sono semplicemente più produttive di altre aziende, non perché hanno ricevuto un permesso speciale da chi si occupa di fissare le regole”.

L’argomentazione di Orszag è abbastanza equa, ma questo divario di produttività tra i vincitori e tutti gli altri potrebbe tuttavia frenare l’innovazione complessiva? Warren sostiene che è nel suo piano dividere le Big Tech.

D’altra parte, il problema è delicato. Se Autor e i suoi coautori hanno ragione e tecnologie come il software e il web si prestano intrinsecamente alla logica del “vincitore acchiappatutto” in molti settori, l’effetto è molto più ampio rispetto alle poche aziende che Warren sta osservando.

Inoltre, queste aziende sono estremamente produttive e stanno contribuendo a far crescere l’economia; farne uno “spezzatino” potrebbe avere un costo economico e sociale molto alto.

(rp)

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