Skip to main content

Eric Topol è in missione per tirare l’assistenza sanitaria fuori dal casino in cui si trova.

di Jon Cohen

Il dottore dei dati: La foto ritrae Eric Topol durante una conferenza del 2012 sulle applicazioni della tecnologia wireless nel campo della medicina.

Questa estate ho visitato il cardiologo Eric Topol presso lo Scripps Green Hospital di La Jolla, in California. Aveva trascorso la mattinata a visitare i pazienti e, verso mezzogiorno, si vantava di aver fatto risparmiare al sistema medico migliaia di dollari utilizzando il suo iPhone e una macchina a ultrasuoni tascabile.

Mi ha poi mostrato lo stetoscopio che teneva in tasca e spiegato che non lo usava ormai da tre anni.

“Dovrei semplicemente sbarazzarmene”, mi ha detto. “Questo ormai è un’inutile icona della medicina”.

Topol è forse il più prominente sostenitore della tecnologia digitale come soluzione per alleviare il costo dell’assistenza sanitaria negli Stati Uniti, e mi ha invitato per assistere a questo risparmio in tempo reale.

Camminando verso la sala visite, Topol, leggermente ricurvo e sempre intento a preso alle domande che fioccavano nella sua direzione dal suo staff, sembrava leggermente scosso dallo sbarramento di domande, ma al nostro ingresso nella sala visite siamo stati accolti da una calma indescrivibile.

Qui, raccoglie le braccia mentre un giovane assistente lo aggiorna sulle condizioni del paziente.

Topol si è quindi presentato all’anziano di 85 anni, che di recente accusava un affaticamento frequente, e immediatamente ha tirato fuori il suo iPhone.

Topol, che dal 2007 ha aggressivamente promosso la digitalizzazione della medicina, non controlla e-mail, non ricerca su qualcosa Google o chiama una farmacia. Piuttosto, inserisce il cellulare in quella che sembrerebbe una scatola protettiva. L’esterno di questa scatola ha due cuscinetti ovali in metallo, che costituiscono due elettrodi, e Topol chiede al paziente di appoggiare sopra di essi i pollici.

“E’ bradicardico senza neanche avere una ragione per esserlo”, dice Topol al collega, Hashim Khan, mentre osserva un grafico sullo schermo del suo smartphone. Quindi guarda me e mi dice: “Per ogni visita che facciamo in questo modo risparmiamo 100 dollari”.

Il gadget per l’iPhone è una versione da 199 dollari di un elettrocardiogramma per ospedali che altrimenti costerebbe molto di più. Prendendo di persona il ritmo cardiaco, spiega Topol, ha risparmiato al paziente una visita in un dipartimento specializzato, con personale addestrato che avrebbe perso 15 minuti collegando dei fili.

Pochi istanti dopo, Khan tira fuori un Vscan – un dispositivo a ultrasuoni prodotto dalla GE Healthcare che ricorda un grosso telefonino flip. Sotto la supervisione di Topol, Kham procede spalmando un gel sul petto del paziente e scansionando le camere cardiache con una bacchetta connessa al dispositivo.

“Le sue funzioni non sono poi così cattive”, mi dice Topol, aggiungendo che la maggior parte dei medici richiederebbe 600 dollari per eseguire un controllo agli ultrasuoni utilizzando un macchinario da 350,000 dollari.

Topol non chiede nulla, però, quando viene eseguito come parte di un esame fisico di routine come il questo.

“Ogni anno, negli Stati Uniti, vengono eseguiti 125 milioni di esami agli ultrasuoni”, dice scuotendo la testa. “Probabilmente l’ottanta percento di questi potrebbe essere fatto con un Vscan senza costi aggiuntivi”.

Topol è un dottore in missione, e non per la prima volta. Già dieci anni fa era al centro di un’altra battaglia riguardo prove mediche e guadagni miliardari. Quella battaglia, che riguardava il farmaco Vioxx, era terminata con la rimozione di un farmaco da 2.5 miliardi di dollari l’anno dal mercato dopo che Topol e altri colleghi avevano denunciato preoccupazioni sulla sua sicurezza.

Nel 2007, quando Topol è arrivato allo Scripps, ha intrapreso una nuova travolgente missione, stavolta proselitizzando contro quella che lui definisce la pratica americana di “vendere la medicina allo yard”, ovvero favorire unicamente le tecnologie che aumentano il profitto.

Topol, che guida lo Scripps Translational Science Institute, ha molta carne sul fuoco. Una ricerca in corso prevede l’analisi dei genomi di 2,000 pazienti sani oltre gli 85 anni di età con lo scopo di individuare indizi sulla loro salute di ferro. Un altro studio guidato da Topol mira a scoprire se lo ZioPatch – un sistema di monitoraggio per il cuore delle dimensioni di un cerotto che puo essere indossato per un paio di settimane – può intercettare le aritmie cardiache più prontamente rispetto ai monitor Holter, che sono in uso da 50 anni. Il monitor Holter necessita di cavi attaccati a diverse parti del torso per poter mandare segnali a un dispositivo che viene solitamente indossato intorno al collo o all’anca.

Topol prevede che, un giorno, la tecnologia digitale porterà alla “iperpersonalizzazione dell’assistenza sanitaria” e a innovazioni che faranno risparmiare miliardi e miliardi di dollari. “Per la prima volta, forse, nella storia della tecnologia nel campo della medicina, possiamo usare un sistema attraverso il quale migliorare il trattamento dei pazienti e ridurre i costi”, dice.

Topol ha consolidato la sua reputazione come “Dr. Digital” nel 2011, quando ha utilizzato il suo iPhone per diagnosticare un attacco cardiaco a un passeggero mentre era in volo da Washington verso San Diego, costringendo l’aereo ad atterrare d’urgenza a Indianapolis. Non tutti credono che tecnologie più piccole, economiche e facili da usare potranno far risparmiare denaro.

Alcuni scettici sostengono che Topol dimentichi di tenere conto che una maggior quantità di dati – anche se affidabili – porta semplicemente a più interventi medici, molti dei quali potrebbero essere superflui.

Si prendano ad esempio i laboratori del sonno. Secondo Topol, gadget addizionali per smarphone, capaci di misurare i livelli di ossigeno e le pulsazioni, potrebbero diagnosticare un’apnea da sonno senza richiedere l’osservazione da parte di un tecnico nel corso di una nottata, operazione che costa migliaia di dollari.

“Tanto per parlare di cose che fanno fallire alcune attività”, dice. “Possiamo praticamente fare un test di controllo gratuito attraverso uno smartphone”.

Steven Poceta, un neurologo della Scripps che è specializzato in problemi con il sonno, dice però che Topol sottovaluta il caso in questione. “Non portiamo quasi mai un paziente nei nostri laboratori per esaminarlo”, dice Poceta, precisando che i sistemi diagnostici portatili permettono da tempo di effettuare test diagnostici economici da casa. Oltretutto, l’apnea da sonno viene “ampiamente sottodiagnosticata”, per cui i rilevamenti di uno smartphone – che, nonostante tutto, Poceta accoglie – potrebbero far salire il costo della salute. “Dal punto di vista commerciale, maggiore sarà il numero di persone esaminate, e più crescerà il numero di pazienti ai quali verrà richiesto di affidarsi a esperti e a test in laboratorio”, spiega.

Sebbene Topol tenda a respingere le sue critiche come una forma di pensiero-antiquato, è d’accordo sul fatto che ciascun dispositivo dovrà guadagnarsi il suo posto nell’armamentario. “Occorre dimostrare alla comunità medica che possono realmente ridurre i costi e migliorare il rendimento”, dice. “Non vogliamo questa fase in cui la medicina wireless viene tenuta nel reame delle innovazioni non validate. Questo non aiuterà nessuno”.

Il Dr. Digital sta ora guidando personalmente un nuovo studio intitolato “Wired for Health” che misurerà il valore economico di tre dispositivi wireless commerciali (AliveCor, il monitor Withings per la pressione sanguigna e un glucometro per iPhone) su 200 pazienti affetti da diabete, ipertensione e disordini al ritmo cardiaco, la tipologia di malattie croniche che ammonta all’ottanta percento delle fatture emesse nel paese dagli istituti medici. Lo studio controllato affiderà i dispositivi a una meta dei partecipanti e constaterà se un monitoraggio regolare della loro salute ridurrà i costi clinici.

Un altro progetto di Topol in collaborazione con la Caltech mira a inserire un sensore wireless in un’arteria. Le dimensioni del sensore sarebbero pari a un terzo di quelle di un granello di sabbia. Il sensore rimarrebbe fermo e servirebbe a individuare un infarto imminente. Se funzionasse meglio, potrebbe addirittura prevenire gli infarti – un risultato che secondo Topol non richiederebbe uno studio di costo/efficienza.

“Sapete quale il costo di avere un infarto?” chiede Topol, incredulo all’idea che qualcuno possa richiedere prove per dimostrare il suo punto.

(MO)