Quella in Ucraina è una guerra senza confine

Ogni conflitto impone e accelera le innovazioni tecnologiche. Ecco perché l’invasione Russa in Ucraina influenzerà tutti i conflitti a venire

Le guerre sono, probabilmente, la più alta vetta della ricerca tecnologica. Per quanto cinica quest’affermazione appaia, difficilmente qualcuno potrà metterla in dubbio. Maggiore è l’estensione temporale di una guerra (calda o fredda, a vostra scelta), maggiori sono le tecnologie che vengono ricercate, testate e dispiegate. Giusto due esempi recenti. Prima guerra mondiale: gli eserciti erano composti da cavalleria, fanteria e artiglieria a retro carica di prima generazione (molto pensante da spostare). La logistica era basata in maggioranza su muli e cavalli (con l’aggiunta moderna dei treni). Alla fine del 1918 ogni stato aveva dispiegato con successo i primi carri armati, soluzioni di guerra chimica, mitragliatori pesanti moderni, caccia, bombardieri e mongolfiere. Nella seconda guerra mondiale si entrò con l’eredità dei mezzi sviluppati durante il primo conflitto. Il mondo ne uscì con razzi teleguidati (sulla luna ci siamo andati grazie allo scienziato nazista Von Braun), droni kamikaze filo guidati, nozioni di genetica avanzata, bombe nucleari, visori notturni, armi elettromagnetiche, armi anti-carro a penetrazione (panzerfaust & Co) e caccia a reazione (la lista sarebbe più lunga ma mi fermo qui).  La guerra in Ucraina è la prima guerra del 22° secolo. Tecnologicamente parlando, in poche settimane, abbiamo fatto passi da gigante. Vediamoli insieme.  Le tecnologie, strategie dispiegate si sono già viste in precedenti conflitti: utilizzo di IED, applicazione di droni militari o civili, guerra cognitiva, eccetera. Ma questo conflitto è il primo, del suo genere, nel quale tutte queste tattiche e armamenti vengono dispiegati in modo coordinato e strutturato, all’interno di una grande strategia applicata dai due contendenti (e i loro alleati). In questo senso la guerra Ucraina è la prima guerra del 22° secolo. 

Guerra ibrida: simmetrica e asimmetrica.

Lo scontro tra le due nazioni è, si solito, uno scontro simmetrico. Per simmetrico intendo due eserciti nazionali, con armamenti e modalità di ingaggio simili (intendo strumenti e armamenti delle stesse classi): entrambi gli eserciti dispongono di carri armati, artiglieria mobile e da campo, mezzi anti aerei, mezzi di supporto alla fanteria, aviazione etc. La prima novità sta nella scelta del metodo di combattimento. La Russia ha adottato un dispiegamento “tradizionale” che include bombardamenti aerei seguiti da un’invasione di terra (fanteria e mezzi meccanizzati). Gli ucraini, che sono più deboli in tema di armamenti pesanti, han dall’inizio adottato una strategia asimmetrica: gruppi combattenti informali, come visto in passato con i guerriglieri, i terroristi etc..  La scelta ucraina è stata dettata dalla formazione e dagli armamenti che sono arrivati, negli ultimi anni, da altre nazioni occidentali (in particolare Usa). Una buona parte delle forniture militari arrivate, ad oggi, sono soluzioni adatte alla fanteria: armi anticarro (dai Javelinamericani ai loro equivalenti inglesi), armi antiaeree (gli Stinger già usati con successo dai Mujaideen, durante la prima guerra afgana), supporti ottici notturni etc.. Vi è da ricordare che l’esercito ucraino, dal 2014 in poi, ha ricevuto, oltre ad armi, una formazione bellica da unità americane specializzate in guerra asimmetrica. I berretti verdi americani sono presenti in Ucraina dal 2014. 

Attentati: dal lowtech al hitech “economico”

Se restiamo nel mondo degli scontri asimmetrici non possiamo tralasciare l’approccio di guerra lowtech, che gli americani hanno ben imparato durante le guerre in Iraq e Afghanistan. Inizialmente gli esplosivi improvvisati (di seguito IED) erano soluzioni reattive con ingaggi “alla buona”. Queste soluzioni lowtech negli anni, già in Iraq e Afghanistan, si erano evolute. La seconda evoluzione tecnologica degli IED ha incluso, per esempio, sensori a infrarossi passividispositivi di innesco a multi-frequenza. Mentre se vogliamo considerare IED di terza generazione parliamo di soluzioni comandate da software, e inneschi Plug&Play. Per esempio i microcontroller Arduinoschede madri stampateTuttavia è in Ucraina che questo tipo di esplosivi hanno raggiunto un dispiegamento sistematico, grazie anche alle tecniche di guerriglia che gli istruttori occidentali (statunitensi e britannici) han trasmesso alle truppe ucraine. L’utilizzo della “open innovation” in ambito bellico è un fenomeno recente che diventerà uno standard nei prossimi conflitti tra stati(mentre sino ad oggi era un fenomeno solo per i conflitti asimmetrici). La ragione di questa mia sicurezza è piuttosto banale e da ricercare nei costi. Grazie ad un accesso ad internet creare soluzioni militarizzate con strumenti e tecnologie civili è piuttosto semplice ma soprattutto economico. 

Droni civili militarizzati. Una tendenza in veloce crescita

L’utilizzo di droni civili adattati a scopi militariè un fenomeno recente. Inizialmente è stato mappato in scenari di guerriglia e scontro asimmetrici(esercito regolare contro guerriglia, per intenderci). Nel conflitto ucraino invece possiamo osservare come le unità ucraine (regolari e irregolari) hanno adottato tecnologie civili militarizzandole. Lo stesso governo Americano ha introdotto una serie di droni che possono essere considerati e adottati come “dual Use (per fini civili e militari). Questa tendenza sarà in continua crescita negli anni. Dopo tutto, se parliamo di funzioni di ricognizione a breve o medio raggio, i droni civili hanno una risoluzione di video camera piuttosto buona; e il loro costo è decisamente competitivo. 

Droni militari in una guerra simmetrica avanzata

In Afganistan e Iraq gli Usa han fatto amplio uso di droni militari. Definisco militari quei mezzi senza pilota (guidati a distanza o in modalità semi autonoma) che sono stati creati per uno specifico scopo militare, non versioni civili adattate. La guerra ucraina è la prima nel suo genere a vedere entrambi i fronti utilizzare differenti tipi di droni in modo sistematico. I droni militari (ma anche quelli civili militarizzati) offrono numerosi vantaggi. Prima di tutto ricordiamo i costi contenuti delle unità. In secondo luogo il potenziale “risparmio” di risorse umane e quindi la riduzione di esposizione al nemico, un tema caro soprattutto nelle democrazie. Quando parliamo di droni con effettori offensivi ricordiamo la capacità di colpire in diversi modi (usando un carico utile, divenendo armi da impatto, trasportando missile a guida), pur preservando la sicurezza del soldato. Non ultimo la difficoltà per l’attaccante di poter abbattere i droni con efficienza e costi contenuti, quest’ultimo aspetto rientra nella “finanza di guerra”: abbattere i droni, specialmente quelli piccoi e kamikaze, risulta essere possibile ma a costi importanti. Di qui il vantaggio finanziario di distruggere mezzi con corazza media (lancia missili, unità di riconizione o trasporto truppe) che hanno un costo economico e un “valore” strumentale, più elevato rispetto al drone.   

Lato Ucraina uno delle unità più efficienti, prodotto domestico, è il Punisher. Può sganciare fino a 3 bombe, su obbiettivi fissi (o che si muovono molto lentamente). Ha un costo relativamente basso e, in futuro, potrebbe essere un prodotto facile da vendere a paesi del terzo mondo che vogliono avere un “aviazione” economica. A questo modello si aggiunge il drone turco Bayraktar TB2. Anche nel caso di questo drone si può parlare di un vero successo commerciale. I paesi del terzo mondo è molto probabile che lo preferiranno ad aerei da guerra pilotati da umani (il costo di addestrare piloti e avere caccia moderni è elevato). Sul campo tra poco potremo osservare anche i droni kamikaze americani switchblade. Piccoli, leggeri, facili da comandare e difficili da abbattere (date le loro dimensioni).

Perchè l’Ucraina è la prima Guerra del 22° secolo

Sino ad ora ho parlato di armamenti e tattiche. Resta da capire perché questa guerra sia, a mio avviso, la prima guerra del 22°. Concedetemi un’ultima passeggiata nella storia. Nello scontro tra l’impero britannico e i boeri vennero inventati i primi campi di concentramento (grazie alla creatività inglese). Era tuttavia una soluzione improvvisata, pianificata in tempi brevi. Nella guerra di secessione americana furono introdotti i primi treni corazzati e mitragliatori pesanti. Furono tuttavia la prima guerra mondiale, e la seconda, ad integrare tutte queste novità tecnologiche e sociali in uno scenario complesso e strutturato. Le guerre asimmetriche che gli eserciti moderni han combattuto negli ultimi 20 anni: Isis, Al Qaeda, Pashtun, guerriglia siriana, Libia etc.. hanno permesso agli eserciti occidentali e russi di imparare dai propri errori, acquisire tattiche sul campo (come l’utilizzo di IED e droni civili riadattati). Oggi l’Ucraina è divenuta il primo conflitto del 22° dove tutte queste tecnologie hitech o open source (Arduino, per fare un esempio), simmetriche o asimmetriche, psicologiche e sociali (pensiamo alla guerra cognitive che entrambi gli schieramenti stanno sperimentando) vengono dispiegate in uno scenario complesso. Se consideriamo che nei prossimi anni gli Stati Uniti hanno stanziato una percentuale importante del budget di R&D del Pentagono per soluzioni di arma automatizzata, e russi e cinesi stanno facendo lo stesso, è plausibile pensare che i prossimi conflitti vedranno una sempre più crescente commistione di mezzi guidati da umani e automatizzati. A cui si affiancheranno altri tipi di conflitti come gli scontri cibernetici, economici e finanziari. La guerra senza confine, descritta da due ufficiali cinesi nel 1999, ha dispiegato al massimo le sue capacità. Ed è solo l’inizio. 

@enricoverga

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