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I ricercatori mirano ad accelerare la produzione di questi dispositivi per aiutare i pazienti con COVID-19 alle prese con serie difficoltà respiratorie.

di James Temple

Un apparecchio automatico comprime le maschere con valvola a sacco, sul modello del rianimatore manuale utilizzato dagli equipaggi delle ambulanze per aiutare i pazienti con problemi respiratori. Questo progetto potrebbe diventare reale man mano che un numero crescente di ingegneri, studenti di medicina e hobbisti tenta di costruire o condividere specifiche per versioni originali del dispositivo medico – di qualità e sicurezza sconosciute – tra timori crescenti di carenze diffuse, mentre i casi di coronavirus aumentano.

Il team ha recentemente lanciato un sito Web che rende pubblico il MIT Emergency Ventilator Project, o E-Vent, e afferma di aver presentato il dispositivo alla Food and Drug Administration per una rapida revisione in vista di una “Autorizzazione all’uso di emergenza”. La scorsa settimana, “MIT Technology Review” americana è stata informata dal team che intendeva testare i dispositivi sui suini, anche se non si sa ancora quali siano stati i risultati in questa fase.

Inoltre, non è chiaro se il team abbia risposto alla domanda fondamentale del progetto: “È possibile ventilare in sicurezza un paziente con COVID-19 azionando automaticamente un rianimatore manuale?”.

Se la risposta è affermativa, la speranza è che pubblicare i progetti, i risultati dei test e le relative informazioni mediche possa consentire a coloro che dispongono delle capacità e dell’esperienza produttiva necessarie di produrre respiratori affidabili, sicuri e convenienti. Ciò nonostante, il sito sottolinea che il dispositivo deve essere utilizzato solo sotto la supervisione di personale medico addestrato e non sostituisce un ventilatore per unità di terapia intensiva approvato dalla FDA, “in termini di funzionalità, flessibilità ed efficacia clinica”.

“Si prevede che il MIT E-Vent possa integrare la fornitura esistente e venga utilizzato soprattutto in situazioni di vita o di morte quando non c’è altra opzione”, aggiunge il sito.

Il progetto risale a circa un decennio fa, quando un gruppo di studenti del MIT nel corso di Precision Machine Design ha sviluppato una versione di prova del modello principale della macchina, collaborando con Jussi Saukkonen del Boston University Medical Center. A suo tempo, hanno pubblicato un documento sul dispositivo, ma non sono mai andati avanti con la produzione.

Lo hanno progettato principalmente come uno strumento per le aree rurali dei paesi in via di sviluppo, che presentano alti livelli di problemi respiratori cronici, ma dispongono di un accesso limitato ai ventilatori meccanici. Anche allora, tuttavia, notarono che avrebbe potuto svolgere un ruolo importante negli Stati Uniti nel caso di una pandemia su larga scala come quella che si sta verificando.

All’epoca, il gruppo stimava che sarebbe costato circa 100 dollari, rispetto alle decine di migliaia di dollari per le versioni ospedaliere standard. L’attuale team ha fatto riferimento a quei progetti originali, ma ha compiuto ulteriori progressi per garantire l’affidabilità dello strumento. Il sito rileva che la nuova versione è solida e dotata di una struttura in metallo.

I tentativi di produrre più ventilatori sono legati ai focolai in Italia, Cina e Iran che hanno travolto i sistemi ospedalieri, costringendo presumibilmente i medici a fare una scelta tra chi far accedere alle terapie intensive. Funzionari dello stato di New York e Washington hanno dichiarato di avere a disposizione un numero limitato di queste macchine.

Secondo una stima del Center for Health Security, a febbraio, gli Stati Uniti avevano disponibilità di quasi 170.000 ventilatori, ma un focolaio grave come la pandemia di influenza del 1918 ne richiederebbe almeno 740.000.

I produttori esistenti sono alla ricerca di modi per accelerare rapidamente la produzione. Ventec Life Systems, un’azienda di Bothell che produce ventilatori di Bothell, sta collaborando con il colosso automobilistico GM per incrementare la produzione nell’ambito di una “risposta coordinata del settore privato” denominata StopTheSpread.org. Allo stesso modo, GE Healthcare sta lavorando con Ford per accelerare l’uscita del ventilatore.

Immagine: Un paziente viene trasportato allo United Memorial Medical Center, a Houston AP /David J. Phillip

(rp)