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Una tecnologia di Xerox protegge informazioni digitali riservate

Il vostro dottore ha bisogno di avere accesso a tutti i dati medici contenuti nel vostro file, ma non volete che gli impiegati dell’assicurazione possano vedere i risultati delle vostre analisi del sangue, cosa che, del resto, sarebbe una violazione alle leggi federali sulla privacy. Miliardi di documenti, dai movimenti bancari agli archivi di dati personali, hanno simili, preoccupanti caratteristiche, che li rendono «un problema di sicurezza piuttosto intricato», secondo Jessica Staddon, manager delle ricerche sulla sicurezza al Palo Alto Research Center (PARC), sussidiaria di Xerox in California.

Ma i ricercatori del PARC e del laboratorio di ricerca Xerox a Webster, New York, stanno facendo progressi con una tecnologia che automaticamente protegge e rivela selettivamente il contenuto di documenti, senza bisogno di crearne versioni multiple o di riservare allo scopo molta memoria nel computer, come accade per i programmi di crittografia. In breve il software di Xerox analizza il linguaggio per determinare se certe parole e frasi (come «abuso di alcol» o «HIV»), nel contesto in cui si trovano, sono da considerarsi private e riservate ai medici o se, per esempio, una sequenza di nove cifre, potenzialmente un numero della Social Security, debba essere reso visibile solo agli impiegati dell’ufficio personale. Un singolo modulo o documento archiviato rivela le sue varie parti secondo i livelli di autorizzazione di chi lo apre: quelli dell’ufficio di archiviazione dell’ospedale, per esempio, potrebbero vedere solo l’indirizzo e il numero di telefono del paziente.

I ricercatori stanno lavorando per rendere la parte essenziale della tecnologia compatibile con i formati già in uso, come i moduli ospedalieri in PDF e in altri formati personalizzati. «Abbiamo controllato il mercato, scoprendo che non ci sono tecnologie esistenti che uniscano l’analisi del linguaggio con la crittografia, in modo che l’intero processo avvenga automaticamente», dice Shriram Revankar, che dirige il laboratorio per i documenti intelligenti di Webster.

Una tecnologia del genere è decisamente necessaria, dice Henneth H. Buetow, direttore del National Cancer Institute’s Center for Bioinformatics a Bethesda, nel Maryland. Le attuali leggi sulla privacy rendono difficile per i ricercatori condividere i dati dei test medici condotti sui pazienti. «Questa tecnologia rappresenta una soluzione potenziale alla condivisione di informazioni, in accordo con la protezione della privacy delle persone», dice Buetow, che sta realizzando un database per la ricerca sul cancro. Ma Buetow fa anche notare che la tecnologia non è ancora stata messa alla prova. Xerox spera di poterla commercializzare entro un periodo compreso fra due e cinque anni.

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