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Vera C. Rubin Observatory

L’enorme fotocamera digitale del telescopio è stata costruita per scattare molte foto del cielo, in rapida successione, per un tempo molto lungo.

CHI

US Department of Energy’s SLAC National Accelerator Laboratory, US National Science Foundation

QUANDO

6 mesi

La prossima volta che guarderete il cielo notturno, riflettete: le particelle che si trovano all’interno di tutto ciò che possiamo vedere costituiscono solo il 5% circa di ciò che c’è là fuori nell’universo. Gli astronomi ritengono che l’energia oscura e la materia oscura costituiscano il resto, ma cos’è esattamente questa roba misteriosa?

Un nuovo enorme telescopio costruito in Cile esplorerà questa domanda e altre incognite cosmiche. Il telescopio prende il nome da Vera Rubin, un’astronoma americana che negli anni Settanta e Ottanta ha osservato stelle che si muovevano più velocemente del previsto nelle zone esterne di decine di galassie a spirale. I suoi calcoli hanno dimostrato l’esistenza della materia oscura, una massa che non possiamo osservare direttamente ma che sembra modellare tutto, dai percorsi delle stelle alla struttura stessa dell’universo.

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Presto, il suo omonimo osservatorio porterà avanti quel lavoro con una definizione molto più alta. La struttura, gestita dallo SLAC National Accelerator Laboratory e dalla US National Science Foundation, ospiterà la più grande fotocamera digitale mai realizzata per l’astronomia. La sua prima missione sarà quella di completare la cosiddetta Legacy Survey of Space and Time. Gli astronomi punteranno il suo gigantesco obiettivo sul cielo dell’emisfero meridionale e scatteranno foto su foto, passando ripetutamente sulle stesse zone del cielo per un decennio.

Alla fine dell’indagine, questa fotocamera da 3,2 gigapixel avrà catalogato 20 miliardi di galassie e raccolto fino a 60 petabyte di dati, circa tre volte la quantità attualmente archiviata dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Compilando tutte queste immagini, con l’aiuto di algoritmi specializzati e di un supercomputer, gli astronomi avranno una visione del cielo in time-lapse. La visione della dispersione e della forma di così tante galassie consentirà di studiare l’effetto gravitazionale della materia oscura. Si prevede inoltre di creare la mappa tridimensionale più dettagliata mai realizzata della nostra Via Lattea.

Se tutto va bene, il telescopio scatterà le prime immagini di qualità scientifica – un momento speciale noto come prima luce – a metà del 2025. Il pubblico potrebbe vedere la prima foto rilasciata da Rubin poco dopo.