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Come vivremo le città in futuro? Come cambierà il nostro modo di lavorare? Come sarà il nostro domani? 

di OpenZone

Michele De Lucchi, architetto e designer di fama internazionale, ha condiviso in OpenZone la sua filosofia e visione sul futuro delle città, sul senso di comunità e sul nuovo modo di lavorare, con un’attenzione particolare alla sostenibilità e anche ad una nuova ricerca di felicità.

Visione che è riuscito a trasmettere a tutti i luoghi di OpenZone da lui progettati, nati per creare relazioni, facilitare l’incontro e condividere le conoscenze. Ci parla dal suo studio di Angera, “Il Chioso”, il suo “atelier solitario” che alterna allo studio milanese di AMDL CIRCLE: due spazi ideali dove lavorare alle idee visionarie sul mondo perché come lui stesso ci dice: “non si è mai abbastanza quando si è soli”.  

L’architetto del futuro

Secondo De Lucchi, l’architetto ideale non deve progettare pensando all’eternità ma deve essere parte di un flusso continuo di trasformazioni e cambiamenti, deve essere partecipe di un’evoluzione e non succube dell’evoluzioni. Bisogna quindi avere una visione aperta e orientata verso il futuro per avere dei progetti vincenti nel lungo periodo. Il giusto spirito per intraprendere imprese eroiche è lanciarsi in avanti con coraggio e proporsi ad un committente del 2050. 

Questo senso di guardare al domani con responsabilità si fa sempre più imminente soprattutto in questo periodo di emergenza, non solo per la pandemia ma anche emergenza ambientale. Il problema della sostenibilità è ormai diventato un problema di responsabilità civile che non si può e non si deve rimandare.

Cosa sono le Earth Stations

Oltre all’ambiente, un altro tema a cuore dell’architetto sono gli abitanti del Pianeta, le persone. Secondo Del Lucchi, un buon architetto non disegna solo le forme e colori degli oggetti ma disegna i comportamenti delle persone che le useranno. Proprio questo messaggio lo ha ispirato ad ideare le Earth Stations, stazioni in movimento, perché il ritmo delle trasformazioni tecnologiche scientifiche e sociali è tale per cui abbiamo bisogno di luoghi in continuo cambiamento.

Interactors Stations

Le prime stazioni ideate 3 anni fa sono le Interactors Stations: costruzioni per promuovere le relazioni, luoghi nei quali le persone si incontrano. Spazi aperti e multifunzionali, proprio come gli uffici moderni per esempio, che favoriscono una rete di relazione e uno scambio di funzionalità e competenze diverse e creano l’incontro.

Oltre a essere architetto, De Lucchi, è anche artigiano e la relazione con le mani è per lui fondamentale. La seconda puntata di questa saga delle stazioni è quindi proprio dedicata alle mani.

Many Hands Stations

Many Hands Stations: luoghi inventati per entrare in contatto con le capacità artigianali delle persone.  Michele De Lucchi ha realizzato 5 monumenti nei 5 climi che caratterizzano il nostro Pianeta, usando la manodopera, competenze e cultura locali e sostenendo le diversità bio-culturali. Dei veri e proprio monumenti all’uomo che lavora con le mani.

Punto di arrivo di questo viaggio futurista e visionario sono le Happy Stations, il modulo base di una città felice ideato da MIchele De Lucchi in risposta alla domanda: “Come affrontare le sfide della sostenibilità e della felicità quando si parla di città?”

Questo capitolo particolare della saga delle Earth Stations riguarda le città, soprattutto le periferie, nelle quali nessuno al momento è “felice”. Si pensa a città senza confini, fatte di un unico ambiente. Bisogna immaginare le periferie del futuro come luoghi per valorizzare le relazioni e per risolvere insieme le grandi urgenze che l’umanità ci chiede di affrontare, come la sostenibilità.

Condomini che sembrano più dei villaggi. 

Per l’architetto la soluzione sono i condomini, al momento luoghi più di conflitto che felici. Bisogna inventare condomini pensandoli come luoghi della vita felice. Non omologare le abitazioni e le persone ma progettare parti comuni per condividere passioni, sogni, piaceri. Inventare comunità per parlare del passato e cercare il futuro. Grandi spazi per discutere, fare feste, incontrarsi, per promuovere inclusione. 

Spiega De Lucchi: “Nella mia riflessione sulla felicità ho approfondito il termine Eudemonia. Solo con il fare si raggiunge la felicità. L’idea del fare che ho nella testa è la stessa che porta a uno stato di consapevolezza, responsabilità, di stare bene, indispensabile per attivare le relazioni ma anche i grandi sogni eroici dell’uomo.”

Ogni ambiente comune del condominio viene sfruttato per creare comunità e ADML Circle ha ideato diversi spazi comuni per diverse tipologie di communiy.

Happy Stations

Iridescent Community: una grande serra, un spazio comune dove poter condividere. Dove le persone parlano del passato e cercano il futuro.
Green Community: pensata per una comunità di persone che amano l’ambiente. Un ambiente di cura dove poter coltivare e tentare anche una autosufficienza.
Blue Community: comunità per condividere e favorire business e attraverso le relazioni cercare nuove professioni.
Gold community: una grande libreria, un luogo della cultura, uno spazio per lo studio, la meditazione, per riflettere. Un luogo pieno di conoscenza.
Bright Community: la comunità che si incontra nei pianerottoli, il luogo centrale di un condominio, uno spazio dove può nascere tutto, uno spazio per costruire e riparare, per lavorare con le mani, per creare e inventare.

Il prossimo episodio del capitolo dell’Earth Stations è dedicato al sapere: Education Stations, stazione per imparare a usare il sapere. Si ha sempre più da imparare che da insegnare, soprattutto in un’era così tecnologica, innovativa e digitale. Nascono così 5 monumenti all’educazione, intesa come un continuo confronto tra generazioni diverse, ripercorrendo la storia della civiltà.

I tanti eventi di OpenZone

(lo)