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Alec Ross, visiting professor del King’s College di Londra, descrive cosa ci prospetta il futuro dopo la pandemia e in che direzione ci porterà la prossima ondata di innovazioni.

di OpenZone

L’ultimo OpenZone Talk prima della pausa estiva ha visto protagonista Alec Ross, Visiting Professor al King’s College di Londra e autore del best-seller del New York Times The Industries of the Future. Attualmente, Alec è Board Partner di Amplo, società di Venture Capital di livello internazionale. Durante l’amministrazione di Barack Obama, è stato Senior Advisor per l’Innovazione.

Insieme a lui abbiamo approfondito diversi temi: da cosa aspettarci dopo la pandemia, a quali saranno i protagonisti della prossima ondata di innovazione.

Coronavirus e crisi mondiale

Diversamente da quanto successo nel 2008, l’uscita dalla crisi economica causata dal Covid-19 sarà diversa per i settori industriali che ne sono stati vittime. Gli scenari saranno variegati ed eterogenei, ma sostanzialmente possono essere sintetizzati in 3 categorie: la prima è relativa a settori quali il Life Science e il Digital che dopo un crollo improvviso, sperimenteranno una ripresa altrettanto repentina. La seconda riguarderà la maggior parte dei settori che sperimenteranno una discesa molto marcata seguita da una fase di stallo in cui si lavorerà per la ripartenza e che riporterà a una crescita successiva. Purtroppo, vedremo anche il verificarsi di una terza condizione relativa ad aziende e imprese che non riusciranno a riprendersi o ad adattarsi alla nuova situazione.

What’s next?

Negli ultimi 20 anni, le aziende protagoniste dell’innovazione sono quelle che hanno saputo sfruttare al meglio il computer coding. Quando pensiamo alla digitalizzazione nell’ultimo quarto di secolo, è evidente quanto questa abbia impattato in maniera maggiore settori come l’informazione e la comunicazione. Il mondo sta cambiando e sebbene sia difficile prevedere quale sarà il settore che dominerà in termini di innovazione per i prossimi 20 anni, molti segnali ci portano a pensare che si tratterà della biologia, in particolare della genetica. Il futuro vedrà la commercializzazione di questo settore e grazie alle crescenti capacità di elaborazione e analisi dei dati, il nostro materiale genetico verrà mappato restituendoci informazioni necessarie per prevedere l’insorgere di molte malattie e di agire in tempo per sconfiggerle.

Pensiamo solo che ad oggi ci sono 30 miliardi di dispositivi attivi (smartphone, computer, wearable, etc). Nel 2023 saranno 51 e nel 2025, 75 miliardi. Il 90% delle informazioni che l’umanità ha generato dal momento della sua comparsa, sono state create negli ultimi due anni. La maggior parte di esse ha a che fare con dati biologici. Le aziende che avranno successo nei prossimi anni saranno, dunque, quelle che sapranno come orientarsi in questa immensità di dati e che avranno la capacità di dare loro un significato. Ciò sarà possibile anche grazie allo sviluppo della tecnologia cloud che permetterà a ricercatori e scienziati di avere accesso a qualsiasi dato in ogni momento da ogni parte del mondo.

Ad essere fondamentali saranno le capacità tipiche dell’uomo che nessuna intelligenza artificiale o nuova tecnologia potrà rimpiazzare: creatività, spirito di iniziativa, problem solving, intelligenza emotiva e leadership sono solo alcune di esse.

Se gli anni Venti di questo secolo saranno migliori dei decenni precedenti lo dovremo soltanto alla nostra capacità di adattarci. Alla fine di questa pandemia, nulla sarà come prima. Per l’Italia la domanda fondamentale è: come risponderemo a questa crisi? Nello stesso modo in cui siamo stati capaci di reinventarci dopo la fine della seconda guerra mondiale, a seguito della quale la potenza economica è derivata dalla capacità di diventare un Paese industriale, così dovremo posizionarci come potenza nel digitale e nelle scienze della vita. Dovremo essere in grado di combinare le competenze tecnico scientifiche con un umanesimo che ci ha visto protagonisti nei secoli scorsi. Ancora una volta il passato può offrirci la chiave per riprenderci il futuro.

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(lo)