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Un nuovo documento della FDA afferma che la ricerca sul collegamento tra telefoni e tumori debba continuare, anche se a oggi non sono state trovate conferme all’ipotesi di uno stretto rapporto tra i due.

di Tanya Basu

Il rapporto ha esaminato 125 esperimenti condotti su animali e 75 su esseri umani tra il 2008 e agosto 2019. In sintesi, la FDA ha affermato che non esiste un “modello coerente” per collegare le radiazioni a radiofrequenza, o RFR, ai tumori.

I ratti non usano il cellulare come fanno gli umani. Un problema generale con gli studi sugli animali riportato nel documento è che non imitano il modo in cui gli umani usano effettivamente i loro telefoni. Gli studi sugli animali spesso espongono a radiazioni in tutto il corpo di un ratto a livelli molto più alti di quelli a cui normalmente sono esposti gli umani con i telefoni cellulari. Anche gli studi sull’uomo risultano imperfetti, basandosi solo su questionari di membri della famiglia o dati osservativi.

Cosa significa questo per il 5G? Il 5G lavora a onde di frequenza molto più elevate rispetto al 4G, suscitando timori che potrebbe causare tumori e scatenando proteste in California e in tutta l’Unione Europea. In una nota che accompagna il rapporto, la FDA ha affermato che è importante comprendere gli effetti sulla salute dei telefoni cellulari in un mondo che si muove verso il 5G.

La tecnologia rientra nelle attuali linee guida sull’esposizione della FCC, secondo le quali l’uomo può essere tranquillamente esposto a radiazioni tra 300 kilohertz e 100 gigahertz (Il 5G attualmente si estende nell’intervallo tra 25.250 GHz e meno di 100 GHz).

La FCC ha ripetutamente insistito sul fatto che il 5G è sicuro e questo rapporto concorda: “Le prove epidemiologiche esistenti indicano che se esiste un rischio, è estremamente basso rispetto sia all’incidenza naturale della malattia sia a noti fattori di rischio controllabili. “Ciò detto, la FDA ha invitato i ricercatori a continuare a studiare gli effetti dei telefoni cellulari sull’uomo, in particolare quelli predisposti ai tumori.

(rp)