Nel Colosseo anche i terremoti sembrano placarsi

Gli anfiteatri romani sono straordinariamente bene conservati in tutto l’antico impero romano e ciò è particolarmente degno di nota, poiché una grande parte del territorio su cui sorgono, si trova sul confine tettonico delle placche eurasiatica e africana e ha subito numerosi terremoti che hanno distrutto altri tipi di edifici.

di ArXiv

Come mai gli antichi anfiteatri sono sopravvissuti a terremoti e altri cataclismi? Oggi possiamo ricevere una risposta attenbile grazie al lavoro di Stefan Brühl e dei suoi colleghi della Università di Aix-Marsiglia, nel sud della Francia.

Questi giovani ricercatori hanno scoperto che il modo in cui certe strutture sono fondate nel terreno può cambiare il modo in cui le onde sismiche si propagano. In particolare, hanno studiato alcune barriere antisismiche che possono dirigere le onde sismiche in modo da farle scorrere attorno a certe emergenze. Hanno concluso, quindi, che gli anfiteatri romani possono agire come barriere antisismiche a causa della loro forma e che questa è stata la ragione della loro notevole longevità.

I fisici sanno da tempo che certe strutture regolari possono interagire con le onde in modo tale da controllarle e modificarne il comportamento. Una caratteristica curiosa di questo fenomeno è che gli oggetti stessi sono molto più piccoli delle onde stesse. Ma l’effetto cumulativo di molti oggetti situati in una particolare struttura ha un effetto importante sulle onde.

Nel 2006 i fisici hanno usato questa idea per creare una struttura di risonatori metallici che dirigono le microonde attorno a una regione dello spazio. Per l’osservatore casuale delle microonde, questa area dello spazio e tutto ciò che vi si trova, scompare. Così i fisici hanno creato il primo mantello di invisibilità al mondo e ma da allora i mantelli di invisibilità si sono moltiplicati per un’ampia gamma di onde diverse nello spettro elettromagnetico e oltre.

Nel 2012 si è pensato che i mantelli di invisibilità sismica potessero proteggere le centrali elettriche e le dighe dai terremoti. Poi Brühl e i suoi colleghi ne hanno cercato le prove. Da allora, hanno continuato a esplorare il fenomeno sotto varie forme. I primi esperimenti includevano strutture o cavità sotterranee, ma in seguito si è constatato che anche gli oggetti di superficie, alberi o edifici, possono influenzare le onde sismiche.

Un’idea è che le onde sismiche facciano vibrare il grattacielo, ma questa stessa vibrazione si ripercuota sul terreno circostante provocando un significativo effetto di riduzione delle onde stesse.

Brühl ha anche eseguito misurazioni sperimentali delle onde generate da un grattacielo a causa dell’impatto sismico, prendendo in considerazione la Torre Latinoamericana, un grattacielo di 282 metri di altezza a Città del Messico, sopravvissuto a numerosi terremoti dalla sua costruzione nel 1956.

I ricercatori hanno sviluppato un modello computerizzato per studiare in che modo i grattacieli circolari possano agire come mantelli di invisibilità, creando una zona sicura al centro: «Le onde sismiche influenzano enormemente gli edifici nello spazio anulare del promontorio e oltre, ma quella al centro (per esempio il parco) resterà un’area sicura in cui la gente può raccogliersi durante un terremoto».

Nel corso di questi studi, hanno notato le somiglianze tra i modelli circolari da loro creati e la forma degli antichi anfiteatri: «C’è una sorprendente somiglianza tra il mantello di invisibilità, testato su vari tipi di onde, e le fotografie aeree degli antichi anfiteatri gallo-romani. Forse è per questo che alcune di queste grandi strutture sono rimaste intatte per secoli».

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