Nel 2016 i social media hanno influenzato le elezioni in almeno 18 paesi

Fake news ed altre forme di manipolazione online dell’opinione pubblica rappresentano un serio pericolo per la democrazia.

di Jackie Snow

I social media non sono più rappresentati solamente da foto di gattini e meme divertenti. Secondo un rapporto del gruppo Freedom House per il patrocinio della democrazia, sempre più governi ricorrono a questi strumenti per influenzare le elezioni e sovvertire la democrazia.

Il rapporto avrebbe identificato almeno 18 paesi, fra cui gli Stati Uniti d’America, che nell’arco dell’anno scorso hanno visto le proprie elezioni manipolate attraverso canali di social media. La diffusione della disinformazione ha contribuito a sua volta al complessivo declino della libertà di Internet nel mondo per il settimo anno di fila, e contribuito a violenti attacchi ai danni di attivisti e giornalisti che sostenevano i diritti umani.

L’intrusione russa nelle ultime elezioni presidenziali degli Stati Uniti e nel referendum sulla Brexit è ormai ben documentata, ma Freedom House riporta che a cercare di manipolare le elezioni non erano solamente forze straniere. Turchia, Venezuela, Filippine e più di due dozzine di altri paesi avrebbero assoldato “manipolatori di opinione” che hanno condiviso opinioni e argomenti politici rimuovendo critiche contrastanti entro i loro confini. Da quando Freedom House ha cominciato a monitorarne le attività, il numero di paesi intenti a plasmare le discussioni online è cresciuto di anno in anno (l’immagine fianco è il grafico composto di Freedom House per raffigurare la libertà globale di Internet nell’anno corrente).

Il rapporto precisa che, per quanto paesi come Cina e Russia abbiano assoldato intere armate online per diffondere contenuti propagandistici o rimuovere siti nell’ultimo decennio almeno, sistemi automatici come bot e algoritmi stanno offrendo metodi di sabotaggio della democrazia sempre più difficili da rintracciare e comprendere.

Diversi paesi sembrano averne preso coscienza. L’Unione Europea sta chiedendo aiuto nella lotta alla disinformazione ed ha allestito un gruppo di esperti per combattere le fake news. La Germania ha preso precauzioni speciali prima delle sue ultime elezioni per assicurarsi che i suoi sistemi fossero al sicuro.

In maniera ancor più drastica, il Somaliland, la repubblica auto-dichiarata nella Somalia nordoccidentale, sta bloccando dozzine di siti di social media in vista delle prossime elezioni. Human Rights Watch avverte che i social media sono necessari per garantire elezioni libere e giuste ma il Somaliland ritiene che la sua tattica sia necessaria per sopprimere l’ondata di fake news comparse online.

(MO)

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