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A volte, il modo migliore per avere un impatto sul mondo è sapere come essere invisibile, grazie a SenseoTile.box

Alessandro Bonfire, ricercatore dell’INGV, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, e Rosario Catania, ingegnere di processo della ST hanno avviato la propria collaborazione anni fa, alle pendici dell’Etna.

Per coincidenza, i ricercatori hanno registrato un terremoto di 4,3 sui dispositivi ST due mesi dopo aver pubblicato il primo articolo. La tecnologia ssviluppata ha fornito loro dati critici, confermando così l’efficienza del loro approccio. Gli scienziati, quindi, hanno ottenuto nuovi sistemi SensorTile.box e li hanno spostati in nuove posizioni per tracciare più attività geologiche.

Dove sono posizionati i kit SensorTile.box?

Grotta del Gelo e San Leo

Grotta Del Gelo

I ricercatori posizionarono un kit SensoTile.box all’interno della Grotta del Gelo sul versante nord dell’Etna. ciononostante, le ricerche si concentrano attualmente in località San Leo, situato sul lato opposto del vulcano, dove la squadra ha installato tre kit SensorTile.box.

Il primo è identico a quello utilizzato sulla cintura Pernicana e aiuta a fornire i dati di controllo. Una seconda unità campiona i dati a 6 kHz. Gli scienziati sperano quindi di valutare la qualità dei dati e il loro impatto sulla durata della batteria. Infine, hanno collegato la terza scatola a un pannello solare e un ricetrasmettitore LoRa per lo streaming continuo.

Uno dei SensorTile.box in un involucro protettivo

I dati registrati dal SensorTile.box operato ad energia solare sono accessibili a tutti in streaming sul sito web dell’Osservatorio Radio dell’Etna (ERO). Si tratta dell’11° e del 12° grafico dall’alto contrassegnati con “ST.BOX”. Quello contrassegnato “SEPERO PARK” si trova presso il parco della sede sull’Etna, mentre quello denominato “SEPEROMW” è sul Monte San Leo.

Il sito Web dimostra che SensorTile.box fa parte di un’infrastruttura più ampia. Nel tempo, il team spera di installare più SensorTile.box attorno a crateri, faglie sismiche, grotte e altre aree difficili da raggiungere o potenzialmente pericolose. I due uomini prevedono anche di pubblicare i risultati ottenuti per promuovere ulteriore interesse.

Perché utilizzare i kit SensorTile.box?

Basso costo

Il ricetrasmettitore LoRa

Nel dicembre 2020, l’LSM6DSOX del SensorTile.box si è dimostrato abbastanza sensibile da registrare il terremoto che ha colpito Catania. Gli scienziati hanno anche ottenuto i dati dai triassi LIS2DW12 e LIS3DHH del kit per migliorare la precisione complessiva.

Come spiegano Alessandro e Rosario, i dispositivi ST non sostituiranno le apparecchiature più costose tradizionalmente utilizzate in sismologia. Tuttavia, grazie alla programmazione accessibile di SensorTile.box e ai costi molto inferiori, gli scienziati possono utilizzare questi strumenti per condurre numerosi esperimenti in luoghi di difficile accesso, visto che perdere un dispositivo a causa di un evento naturale diventa banale. Distruggere cinque SensorTile.box durante un’eruzione vulcanica è molto meno costoso di un equipaggiamento tradizionale. La comunità scientifica ha quindi ora l’occasione di condurre esperimenti finora irrealizzabili.

Poca manutenzione e lunga durata della batteria

Un vantaggio importante sottolineato da Rosario e Alessandro è la durata della batteria. Il loro esperimento con un SensorTile.box può durare circa sei mesi con una sola carica.

Il team può così lasciare il dispositivo in campo per lunghi periodi e ridurre al minimo le operazioni di manutenzione, un fatto importante in quanto, come spiegano, limita le interferenze del fattore umano.

In parole povere, il modo migliore per proteggere il pianeta e capirlo è a volte rimuovere gli esseri umani. Una presenza umana può disturbare gli ambienti sensibili, nonché la flora o la fauna, portando a misurazioni imprecise. Kit come il SensorTile.box consentono agli scienziati di ottenere misurazioni rimanendo invisibili.

Come spiega Rosario:

“Una delle nostre regole come squadra è imparare dall’ambiente in cui operiamo e adattarci ad esso riducendo al minimo la nostra impronta. L’ambiente non dovrebbe adattarsi a noi. Il vulcano Etna è diventato così il nostro laboratorio naturale, aprendo le porte a molte possibilità di sperimentazione. Da quando abbiamo avviato questo progetto, io e Alessandro abbiamo incontrato molte persone con un’ampia gamma di competenze scientifiche e tecniche, ed è stata una crescita continua, sia in termini professionali che umani. Ci sono state difficoltà, ma grazie al lavoro di squadra siamo sempre stati in grado di superarle, migliorando continuamente noi stessi e il nostro impatto sul pianeta”.

Per approfondire l’argomento, lo studio di Rosario è disponibile nella Knowledge Base della ST Community.