Michael Bloomberg prende posizione sulla moneta digitale

L’uomo d’affari ed ex sindaco di New York è l’unico candidato presidenziale democratico ancora in corsa ad affrontare direttamente l’argomento della criptovaluta.

di Mike Orcutt

In un documento in cui espone i suoi piani per la riforma del settore finanziario, Bloomberg sostiene che come presidente degli Stati Uniti “collaborerebbe con gli enti regolatori per fornire regole più chiare” per gli utenti e le aziende di criptovaluta. “La valuta digitale è diventata un’attività del valore di centinaia di miliardi di dollari, ma la supervisione normativa rimane frammentata e non sviluppata”, si afferma nel documento.

Bloomberg vuole chiarire le questioni relative a problemi sensibili come le vendite di token digitali, la protezione dei consumatori, i requisiti per gli istituti finanziari che detengono risorse digitali e la tassazione delle criptovalute.

Per anni, chi lavora nel settore ha chiesto al governo federale di rispondere a una serie di domande importanti. Quando una vendita di token si effettua in sicurezza? Quali misure dovrebbero essere prese dalle piattaforme di scambio di criptovaluta e da altri istituti finanziari per proteggere la moneta digitale dei loro clienti? La confusione sulla questione della tassazione a oggi è totale. Alcuni hanno sostenuto che non rispondendo chiaramente a queste domande attraverso nuovi regolamenti o leggi, il governo rischia di perdere aziende innovative su altri mercati.

Bloomberg sembra concordare sul fatto che una mancanza di chiarezza normativa stia frenando l’innovazione: “Nonostante tutte le promesse della blockchain, Bitcoin e le offerte iniziali di monete, permangono ancora frodi e attività criminale”. Il documento afferma che la criptovaluta fa parte di una politica di attenzione alle innovazioni che possono fornire una “sana concorrenza” nel settore dei servizi finanziari.

La criptovaluta ha ancora relativamente pochi utenti, ma come nota Bloomberg, sono in gioco centinaia di miliardi di dollari. Oltre a ciò, Facebook e altre aziende tecnologiche stanno valutando la possibilità di emettere le proprie valute digitali, sollevando domande a cui i politici – e forse il prossimo presidente degli Stati Uniti – dovranno rispondere sul futuro del denaro.

Andrew Yang, che recentemente si è ritirato dalla corsa presidenziale, aveva fatto una promessa simile per chiedere chiarezza agli enti regolatori. Donald Trump, nel frattempo, ha parlato solo una volta della criptovaluta da quando è in carica, twittando a luglio che “non è un fan di Bitcoin e altre criptovalute, che non sono denaro e il cui valore è altamente volatile e basato sul nulla”.

Immagine: AP / MIT Technology Review Italia

(rp)

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