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Possono le modifiche genetiche attirare i clienti? Una nuova mela testerà il mercato.

di Antonio Regalado

Un conglomerato statunitense specializzato in biologia artificiale intende lanciare sul mercato statunitense mele geneticamente modificate senza definirle OGM.

Le cosiddette mele Artiche sono geneticamente modificate a non imbrunire per almeno 3 settimane e saranno vendute a fette in circa 400 negozi del Midwest e della California.

Si tratterà della prima modifica genetica pensata per attirare clienti, piuttosto che favorire i raccolti, dai tempi di un pomodoro a lenta maturazione chiamato Flavr Savr, che fallì nell’intento negli anni ’90.

Le Golden Delicious modificate sono il risultato di studi condotti dalla Okanagan Specialty Fruits, una compagnia privata acquisita nel 2015 dalla Maryland biotech Intrexon. Altre sezioni della stessa società hanno già messo in commercio salmoni geneticamente modificati, bestiame clonato e zanzare autodistruttive.

Le mele saranno vendute già a fette in pacchi su cui non saranno identificate come OGM. Come da una recente legge del 2016, i pacchi proporranno invece codici QR capaci di connettere a pagine Web recanti informazioni dettagliate sulla realizzazione delle mele. Le mele OGM sono degne di nota perché Carter, un coltivatore di mele ed innovatore agricolo, le ha prodotte ed ha ottenuto i permessi necessari per conto proprio.  

La maggior parte dei prodotti OGM sono stati prodotti e venduti in forma di semi, da grandi società come la Monsanto o la Dupont, per prodotti come sia e mais, sottoposti a grandi produzioni.

Facendo uso di una tecnica chiamata gene silencing, Carter e colleghi hanno indotto il DNA della mela a produrre meno categolo ossidasi, l’enzima che induce la polpa del frutto ad imbrunire. Esistono già sul mercato mele che non scuriscono, grazie ad una miscela di calcio e vitamina C.

Gruppi contrari agli OGM si sono opposti all’introduzione delle mele della Okanagan ed hanno fatto pressioni su società come la Burger King perché rifiutassero di metterle in vendita. L’associazione Friends of the Earth ha definito le mele Artiche “sottostudiate, non sufficientemente etichettate ed inutili.”
I cibi OGM sono sottoposti a leggi e persino banditi in parti del mondo.

Secondo David Zilberman, professore di agricoltura e risorse economiche alla University of California, di Berkeley, le mele non comportano rischi alla salute e la Okanagan ha buoni motivi per scegliere etichette discrete. Secondo Carter, queste mele potrebbero far aumentare le vendite di mele e ridurre gli scarti.

Secondo le Nazioni Unite, infatti, il 45% della frutta e dei vegetali coltivati viene scartato. Carter coltiva, ad oggi, 250 acri a mele artiche, ed intende arrivare a 1,400 entro il 2019.
Nei soli U.S.A., sono 325,000 gli acri di terra coltivati a mele.

Carter non ha fatto sapere quanto costeranno i suoi pacchetti
di mele, ma i pacchetti comuni di mele affettate vanno dai ai 5 dollari l’uno.

(LO)