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Oggi siamo in grado di costruire, lanciare e monitorare a basso costo decine di migliaia di satelliti in orbita contemporaneamente.

di Neel V. Patel

I satelliti possono trasmettere una connessione a banda larga ai terminali di Internet, garantendo la presenza della rete a qualsiasi dispositivo entro una certa area. In questo decennio, SpaceX ha previsto di mandare in orbita 4 volte e mezzo il numero di satelliti lanciati dal tempo dello Sputnik.

Queste megacostellazioni sono realizzabili perché abbiamo imparato come costruire satelliti più piccoli e a costi inferiori. Durante l’era dello space shuttle, il lancio di un satellite nello spazio costava circa 50.000 dollari al kg. Per volare, un piccolo satellite per comunicazioni che pesava quattro tonnellate aveva un costo di 200 milioni di dollari.

Oggi il satellite Starlink di SpaceX pesa circa 230 kg. L’architettura riutilizzabile e la produzione più economica ci consentono di legarne decine ai missili per ridurre notevolmente i costi; il lancio di un Falcon 9 di SpaceX costa oggi circa 2.500 dollari al kg.

I primi 120 satelliti Starlink sono decollati l’anno scorso e l’azienda ha pianificato di lanciarne lotti di 60 ogni due settimane a partire dal gennaio del 2020. OneWeb lancerà oltre 30 satelliti entro la fine dell’anno. Potremmo presto vedere migliaia di satelliti lavorare in stretta collaborazione per fornire accesso a Internet anche alle popolazioni più povere e remote del pianeta.

Ma perché ciò accada, tutto deve andare per il verso giusto. Alcuni ricercatori sono critici in quanto temono che questi “oggetti” ostacolino la ricerca in campo astronomico. Ancora più temuta è la prospettiva di una collisione che potrebbe tradursi in milioni di detriti spaziali, rendendo quasi impossibili i servizi satellitari e le future esplorazioni spaziali.

Il mancato avvicinamento di Starlink a un satellite meteorologico dell’ESA a settembre è stato un primo avvertimento delle difficoltà di gestire il traffico orbitale. Ciò che accadrà con le mega-costellazioni in questo decennio sarà decisivo per il futuro dello spazio orbitale.

(rp)