Mark Zuckerberg: la risoluzione dei problemi di Facebook avrà un “impatto significativo” sulla sua redditività

Il testo pubblicato dal CEO di Facebook in vista della udienza di fronte al Congresso degli Stati Uniti non piacerà certo agli investitori.

di Jamie Condliffe

Facebook è al centro del gigantesco scandalo sulla condivisione dei dati dei suoi utenti con Cambridge Analytica, una società che li ha poi utilizzati per favorire la campagna elettorale di Trump nel 2016. Le ultime stime parlano di 87 milioni di utenti coinvolti nell’operazione. Il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, testimonierà oggi di fronte alla Commissione Giudiziaria del Senato; domani parlerà al Comitato per l’energia e il commercio della Camera USA. In vista di questi incontri, Zuckerberg ha trascorso gli ultimi giorni a Washington DC per parlare con i regolatori.

Il Congresso ha pubblicato la testimonianza preparata (PDF) da Zuckerberg per il comitato. Affronterà il tema dei problemi del social network con le interferenze russe alle elezioni, ma sarà lo scandalo che ruota attorno alle attività di Cambridge Analytica ad attirare maggiore attenzione.

“Ho detto ai nostri team di investire costì tanto nella sicurezza – oltre che nelle nostre altre attività – che la nostra redditività ne risentirà, andando avanti”, dirà Zuckerberg. “Tengo però a chiarire la nostra priorità: proteggere la nostra comunità è più importante che massimizzare i nostri profitti”. Le azioni di Facebook sono già precipitate, e potrebbero continuare a precipitare.

Nel suo discorso, Zuckerberg non mancherà di descrivere tutte le nuove pratiche implementate da Facebook da quando lo scandalo di Cambridge Analytica è stato esposto tre settimane fa. Nessuna novità – il tutto è lentamente emerso nelle ultime settimane, per cui Zuckerberg cercherà di enfatizzarne l’entrata in vigore – ma le modifiche apportate al social network includono un accesso limitato ai dati da parte di app esterne, interfacce semplificate per la privacy degli utenti e, fra le altre cose, una indagine approfondita sulle organizzazioni che hanno ottenuto dati in maniera sospetta.

Zuckerberg non ammette in alcun modo che una gran parte dei danni causati sia irreversibile. I dati di 87 milioni di utenti sono rimasti nelle mani di Cambridge Analytica dal 2013; la società ha quindi avuto cinque anni per studiare ed elaborare modelli sulla base di questi dati. Qualunque cosa faccia Facebook per bloccare il ripetersi di questa vicenda, non potrà impedire a questi modelli di continuare a esistere.

Un conto è una testimonianza preparata. Come evidenziato da Axios, però, un folto numero di regolatori farà del proprio meglio per dare a Zuckerberg del filo da torcere. Restate sintonizzati.

(MO)

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