Facebook ha deciso di non rimuovere un video deepfake di Mark Zuckerberg, ma di limitarsi a segnalare che è falso.
di Charlotte Jee
La politica emergente della azienda sui video prodotti da algoritmi automatici sembra essere quella di lasciarli in rete, ma dichiarare che sono falsi. Il deepfake di Mark Zuckerberg è stato caricato su Instagram, di cui Facebook è proprietaria, pochi giorni fa. Nella clip, Zuckerberg dice “Immaginate solo per un secondo di essere, come me, un uomo che esercita il controllo totale di miliardi di dati rubati di persone, dei loro segreti, delle loro vite, del loro futuro… Devo tutto a Spectre, che mi ha mostrato che chiunque controlli i dati, controlla il futuro”.
Spectre non è un riferimento all’organizzazione criminale della saga di James Bond, ma il nome della mostra, organizzata dall’azienda pubblicitaria Canny, tenuta in occasione dello Sheffield Documentary Festival. Il deepfake è stato creato dagli artisti Bill Posters e Daniel Howe e la manipolazione è stata effettuata a partire dalle immagini di un video del settembre 2017, in cui Zuckerberg parlava delle interferenze russe nelle elezioni americane del 2016.
Il mese scorso, Facebook ha deciso di non rimuovere un video manipolato ad arte in cui Nancy Pelosi, Presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, appariva ubriaca.
L’azienda si è limitata a ridimensionare la priorità di visualizzazione, in modo tale che il contenuto compaia con minore frequenza nei feed degli utenti e ha inserito il video nei contenuti con certificazione di terze parti.
Questa sembra essere la nuova regola di Facebook: lasciare i video manipolati, ma segnalare che sono falsi.
La velocità e la facilità con cui ora chiunque può creare e diffondere un deepfake ha implicazioni allarmanti e i responsabili politi sono sempre più consapevoli del problema. Yvette Clarke, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato di New York, ha appena presentato un disegno di legge inteso a regolamentare il fenomeno dei deepfake.
(rp)