Lottare per l’indipendenza energetica

I progressi compiuti nel campo dell’energia rinnovabile offrono a svariate città la possibilità di organizzare il proprio approvvigionamento energetico, ma non senza opposizione da parte dei governi nazionali.

di Joseph Dana

I blackout sono parte dello stile di vita in Sud Africa, il paese più industrializzato dell’Africa. Negli ultimi dieci anni, la rete elettrica del paese si è disgregata e non è riuscita a garantire una fornitura di energia affidabile. Man mano che l’energia rinnovabile si fa più economica, città sudafricane come Città del Capo hanno chiesto il diritto di sfruttare fonti di energia proprie.

Primo indiziato nei problemi energetici del Sud Africa è la società fornitrice di elettricità nazionale, Eskom. Dopo anni di cattiva gestione dei fondi statali destinati alla riparazione delle infrastrutture critiche, gli stabilimenti della Eskom non sono in grado di funzionare a piena capacità regolarmente. Il risultato sono blackout ripetuti che arrivano a durare dalle due alle sei ore al giorno. Le interruzioni di corrente si sono rivelate disastrose per l’economia, con costi stimati tra i 4 e gli 8 miliardi di dollari nel 2019.

Proprio nel 2019, alla disperata ricerca di una soluzione, Città del Capo annunciò l’intenzione di acquistare energia da produttori indipendenti di energia rinnovabile. Il calo dei costi e la crescita esponenziale della tecnologia delle energie rinnovabili rendono possibile questa scelta. Amazon ha recentemente annunciato che costruirà in Sud Africa un proprio parco solare per alimentare i suoi data center, isolandosi così dall’inefficienza della rete nazionale. Se le aziende possono fare questa scelta, perché non le città?

La risposta è impantanata in una complessa rete di regolamenti e restrizioni. Il Ministero delle Risorse Minerarie e dell’Energia, in consultazione con l’ente Regolatore Nazionale dell’Energia del Sud Africa, ha il potere esclusivo di decidere da dove i cittadini sudafricani ottengono la loro energia, come viene venduta e quale fonte viene utilizzata per generarla. In pratica, Eskom, in quanto fornitore statale, ha il monopolio sulla produzione e fornitura di energia.

Sei anni fa, Città del Capo cercò di ottenere dal ministero l’autorità di acquistare energia rinnovabile da produttori indipendenti. Questi produttori privilegerebbero la fornitura di energia a Città del Capo tramite la rete esistente, per poi indirizzare un’eventuale eccedenza verso il resto del paese.

La richiesta si è conclusa in una battaglia giudiziaria che ha messo in discussione l’incarico, secondo la costituzione, di prendere simili decisioni. Data la forza con cui la costituzione del Sud Africa sostiene i diritti dei cittadini, il caso si è esteso ad una dibattito sul diritto dei cittadini ad ottenere energia affidabile.

Città del Capo non ha vinto la causa, ma il dibattito che ne è nato ha creato della pressione politica. Nell’ottobre 2020 il governo ha annunciato un emendamento ai regolamenti sull’elettricità che consentirebbe ai comuni di trovare i propri metodi di generazione di elettricità o di acquistarla da produttori indipendenti.

Tuttavia, il governo ha ancora l’ultima parola su eventuali nuovi accordi tra la città e eventuali fornitori di elettricità indipendenti. Inoltre, nel suo discorso annuale di febbraio, il presidente Cyril Ramaphosa ha dichiarato di voler favorire un modello di “impresa statale centralizzata”, delineando i vari modi in cui il suo governo potrebbe procurare energia affidabile al paese. La battaglia energetica tra le città sudafricane e il governo nazionale sta entrando in una nuova fase, probabilmente più aggressiva.

Dalla pubblicazione dell’emendamento di ottobre, diverse città hanno cominciato a pianificare come fare da sole. Durban, la terza città per grandezza del Sud Africa, ha reso noto il proprio piano nel gennaio 2021. La città mira a ottenere il 40% della sua energia da fonti alternative alla Eskom entro il 2030 e vuole utilizzare solo energia pulita entro il 2050.

Anche la sonnolenta città universitaria di Stellenbosch, nel cuore della regione vinicola del Sudafrica, ha presentato una richiesta al governo nazionale che le permetterebbe di indagare su possibili fonti energetiche alternative.

Se Città del Capo e altre città dovessero conquistare il diritto di scegliere dove acquistare la propria elettricità, anche le aree rurali del paese potrebbero trarne vantaggio, in quanto le società private avrebbero gli incentivi finanziari a produrre più energia rinnovabile. Una maggiore produzione di elettricità sarebbe un aiuto per tutti.

La battaglia per l’energia pulita in corso a Città del Capo è un simbolo delle tensioni politiche tra governi nazionali e cittadini che la tecnologia verde sta solo accelerando.

In generale, i modelli di governance della città sono più agili delle loro controparti nazionali. Ad esempio, le città sono state in prima linea nell’attuazione dell’accordo di Parigi sul clima. La loro capacità di influenzare la politica nazionale e internazionale crescerà man mano che sempre più persone continueranno a trasferirvisi. Tuttavia, come dimostra il Sudafrica, i governi nazionali non si stanno lasciando soppiantare senza combattere.

Sebbene sia quasi certo che la battaglia per la sovranità energetica si estenderà a più città, non tutte le aree seguiranno l’approccio di Città del Capo. La provincia del Capo Occidentale, dove si trova la città, è benedetta da un vento abbondante e da un numero relativamente elevato di giornate di sole. L’energia rinnovabile funziona bene in questa parte del mondo. Altre città potrebbero non essere in grado di acquistare la propria energia rinnovabile così facilmente.

È comunque chiaro che la combinazione tra una popolazione in via di urbanizzazione e la disponibilità diffusa di energia rinnovabile rappresenta una sfida per i modelli di controllo delle politiche energetiche dei moderni stati-nazioni. CI si può aspettare che divisioni nazionali-municipali come quella che ha portato alla crisi energetica di Cape Town diventino la regola, non l’eccezione.

Immagine di: Nico Ortega

(lo)

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