Lo strumento che mancava per sfruttare l’energia geotermica

L’energia geotermica è la vera risorsa Green. E ora sappiamo come sfruttarla.

di Mark Wolverton

L’energia geotermica è una fonte di energia promettente, limitata da fattori tra cui la necessità di localizzare impianti in aree in cui sono facilmente accessibili serbatoi di acqua calda in profondità sotto la superficie terrestre. Carlos Araque, laureato in Ingegneria meccanica al MIT, sta cercando di cambiare le cose attraverso la sua azienda, Quaise, utilizzando una tecnologia rivoluzionaria sviluppata all’Istituto di Tecnologia del Massachusetts.

“Dobbiamo andare più in profondità nelle aree molto calde per rendere veramente il geotermico una fonte globale, quindi non è più questione di essere vicino a un vulcano o in Islanda o nelle tipiche zone che si prestano al geotermico”, spiega Araque. Ma la perforazione così profonda, da tre a 20 km nel sottosuolo, è costosa e richiede tempo. La sua azienda ha trovato una soluzione nella ricerca condotta da Paul Woskov del MIT Plasma Science and Fusion Center. 

Invece di punte da trapano fisiche, che si consumano rapidamente e necessitano di frequenti sostituzioni, Woskov ha proposto di utilizzare le microonde ad alta intensità da 30 a 300 gigahertz prodotte da un dispositivo chiamato girotrone. “È come il magnetron nei nostri forni a microonde, ma molto più potente ed efficiente”, afferma Araque. 

L’idea è di perforare per due o tre km fino al substrato roccioso, oltre il punto in cui si trovano generalmente petrolio e gas. A quel punto arriva il turno del girotrone. La roccia vaporizzata surriscaldata viene respinta in superficie con gas compressurizzato. L’acqua quindi scorre dentro e fuori dai pozzi, raccogliendo calore durante il percorso e diventando vapore supercritico che aziona le turbine. Un vantaggio della tecnica è che utilizza principalmente l’infrastruttura consolidata delle industrie del petrolio e del gas e dell’energia termica.

Originario della Colombia, Araque ha trascorso 15 anni presso Schlumberger, un fornitore di tecnologia e servizi per i giacimenti petroliferi, prima di entrare a far parte di The Engine, la società di venture capital fondata dall’Istituto nel 2016. Quando Woskov ha avanzato la sua idea nel 2018, il famoso venture capitalist Vinod Khosla ha suggerito ad Araque di formare un’azienda, offrendo finanziamenti “a condizione di guidare le operazioni”.

Con 23 milioni di dollari in sovvenzioni e finanziamenti iniziali, Quaise sta collaborando con il Dipartimento dell’Energia per implementare la tecnologia per costruire un impianto pilota negli Stati Uniti occidentali entro il 2024. Con grande sorpresa di Araque, ha trovato sostegno all’interno dell’industria petrolifera e del gas solitamente conservatrice. “Queste aziende”, sostiene, “stanno iniziando a capire che devono abbracciare la transizione energetica verde”. 

Mentre il mondo si sposta verso un’energia più pulita, Araque è fiducioso che il geotermico giocherà un ruolo importante. “Parliamo di terawatt di potenziale, non di megawatt né di gigawatt”, afferma. “Ma per renderci conto dei possibili cambiamenti, dobbiamo credere fino in fondo in queste innovazioni tecnologiche ed è esattamente ciò che stiamo cercando di fare. Il nostro obiettivo”, conclude, “è di sfruttare tutto il potenziale della geotermia”.

Immagine: Carlos Araque, di Mark Wolverton

(rp)

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