L’innovazione nella Rete: parchi tecnologici e nuovi media

RIDITT intervista i parchi Vega e Kilometro Rosso sull’utilizzo dei nuovi media per promuovere l’innovazione nelle imprese.

di RIDITT

L’avvento di nuove tecnologie sta cambiando i processi di innovazione e le modalità di condivisione della conoscenza tra mondo della ricerca e imprese. Banda larga e social network stanno infatti offrendo nuove opportunità di relazione e comunicazione. Un recente studio condotto nell’ambito di RIDITT, la Rete Italiana per la Diffusione dell’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico alle imprese, ha evidenziato la crescente diffusione nei centri per l’innovazione di strumenti di Web marketing e, in particolare, la presenza di alcune esperienze significative nei social media.

Quali scenari si aprono ora per il trasferimento di tecnologie e la generazione di nuove idee? Di seguito proponiamo le esperienze dei parchi scientifici tecnologici VEGA (Venezia) e Kilometro Rosso (Bergamo), che stanno sperimentando nuove soluzioni in equilibrio tra la crescente virtualizzazione degli strumenti e l’esigenza di mantenere un radicamento diretto e fertile con le imprese insediate.

Tecnologie e imprese 2.0. VEGA Park

VEGA è il parco scientifico tecnologico di Venezia, sorto per la riconversione ambientale e la riqualificazione tecnologica di Porto Marghera, una delle aree industriali più grandi d’Italia. Oggi ospita 170 aziende, per un totale di quasi duemila addetti. Di recente il parco ha ospitato un evento dedicato alle possibili applicazioni industriali della banda extralarga. Di questo e dell’impatto delle nuove tecnologie sui processi di trasferimento tecnologico abbiamo parlato con Michele Vianello, direttore generale della struttura.

Dal 1° gennaio le aziende del parco disporranno di una banda extralarga (300Mb). Quali applicazioni e quali scenari vi aspettate?

Le possibilità di applicazione sono molto ampie. Le maggiori opportunità possono essere legate allo sviluppo di applicazioni per il settore mobile e alla realizzazione di servizi innovativi per la telemedicina: la cartella clinica potrà, per esempio, essere superata da sensori che monitorano continuamente la nostra salute. Inoltre, siamo a Venezia: c’è quindi largo spazio per nuovi contenuti digitali. Di recente la città ha ringiovanito il suo interesse turistico anche grazie all’ambientazione di un videogioco di successo. In generale, VEGA vuole diventare una piattaforma innovativa per le imprese del territorio, accompagnandole verso una dimensione 2.0, dove unified communication e processi condivisi diventeranno sempre più importanti e coinvolgeranno sempre più anche fornitori e clienti.

Avete puntato molto sui Social Media come strumento di valorizzazione della conoscenza e delle tecnologie. Come stanno reagendo le imprese?

Già ora, ogni progetto al quale VEGA sta lavorando ha una sua fase di istruttoria sul Web, aperta e condivisa, in modo da facilitare il coinvolgimento delle imprese interessate. Abbiamo inoltre creato una nostra community, MyVega, per favorire l’integrazione tra diverse piattaforme (Facebook, Linkedin, blog): si tratta di un aggregatore, cioè di uno spazio dove chi lavora nelle aziende insediate può raccogliere e organizzare le proprie connessioni nelle reti sociali. Non è però un processo facile. Al momento, questa dimensione suscita soprattutto l’interesse delle imprese più giovani. Qualche settimana fa ho incontrato allo SMAU due aziende insediate in VEGA che hanno deciso di sviluppare insieme un progetto di business nel settore RFID. Non si conoscevano: l’incontro è avvenuto on line, grazie alla community.

VEGA ha avviato l’esperienza innovativa del co-working, mutuandola da un modello californiano. Di che si tratta? E come può aiutare la creazione di nuove imprese?

Il co-working è un modo innovativo di lavorare rivolto a giovani imprenditori e designer. VEGA mette a disposizione, anche su base giornaliera, spazi di lavoro condiviso: si tratta di una serie di postazioni attrezzate, più eventuali sale riunioni. Ci rivolgiamo ovviamente a lavoratori in movimento, interessati a condividere e incrociare competenze. In prospettiva, sarà il primo passo verso l’incubazione di nuove aziende innovative. L’obiettivo è incrementare la base di eccellenza di cui già oggi VEGA dispone in ambiti diversi, come, per esempio, il presidio di metodologie avanzate per la riduzione dell’impatto ambientale, la gestione di piattaforme di crowdsourcing nel settore dell’edilizia o lo sviluppo di applicazioni per Google e altri operatori che offrono servizi on line.

Per contatti

Michele Vianello

direttore generale VEGA,

Parco scientifico tecnologico di Venezia

m.vianello@vegapark.ve.it

www.vegapark.ve.it

Kilometro Rosso: il muro lungo l’autostrada A4, presso Bergamo.re le competenze. Kilometro rosso

Kilometro Rosso è il primo parco scientifico tecnologico privato in Italia. Nato nel 2003 vicino a Bergamo, conta oggi 32 aziende insediate per un totale di oltre mille tra ricercatori, tecnici, ingegneri e personale qualificato. Leonardo Marabini, direttore marketing della struttura, spiega come nel panorama offerto dalle nuove tecnologie il passaparola rimanga un elemento fondamentale nei processi di diffusione dell’innovazione.

Kilometro Rosso è nato per valorizzare in ambito business i risultati della ricerca. Come sta evolvendo, nella vostra esperienza, il concetto di innovazione?

L’innovazione oggi è sempre più una mentalità, un modo nuovo di guardare le cose. L’importante è aprirsi, lavorare in rete, fare sistema anche con i competitors. Gli imprenditori, da questo punto di vista, sono spesso molto ricettivi. L’ingrediente fondamentale in questa condivisione di saperi è la fiducia. E per conquistarla, al di là delle singole tecnologie di comunicazione, lo strumento più efficace è il contatto diretto e il passaparola. Spesso utilizziamo anche strumenti come Skype, ma importante rimane comunque l’approccio, non il medium.

La multisettorialità è una delle vostre parole chiave. Come la gestite?

Mi piace pensare a Kilometro Rosso come a una rete di relazioni. La cross-fertilization, la contaminazione cioè tra ambiti scientifici e tecnologici diversi, è per noi fondamentale. Due esempi. Il primo riguarda l’Istituto Mario Negri, che ha sviluppato un sistema di monitoraggio della circolazione sanguigna che è poi stato reingegnerizzato e trasferito alla Brembo per la fluidodinamica degli impianti frenanti. Il secondo è invece offerto da Petroceramics, azienda spin off dell’Università degli Studi di Milano, che svolge attività di ricerca nel campo dei nuovi materiali e sta studiando la possibilità di un technology-transfer dal settore automotive a quello sanitario, per l’impiego di un materiale innovativo a base carbon-ceramica nei trapianti. Queste innovazioni sono nate dall’incrocio di competenze nel parco e, in entrambi i casi, sono state utilizzate anche soluzioni di social networking.

Ecco, i social networks. Due parole sulle vostre esperienze di marketing e nuovi media.

Proprio ora sto tornando da una riunione con Apple Italia: non ci conoscevamo, mi hanno contattato tramite Linkedin. Usiamo abitualmente questi strumenti e per noi è stato naturale pensare ai social networks, sia pure prestando attenzione all’uso dei loghi e del brand. Per esempio, di recente si è costituito spontaneamente un gruppo di appassionati di moto all’interno del parco: per noi è positivo, ci apre nuove possibilità di contatti. Stiamo poi pensando alla realizzazione di una nostra Web TV. Qui vogliamo fare un prodotto nuovo, ribaltando alcune aspettative: non parleremo noi, infatti, ma le aziende insediate. è più credibile.

Torniamo, quindi, alla fiducia. Come favorite il passaparola?

Crediamo nelle relazioni umane e nel classico “effetto mensa”. Ma sappiamo che da solo non basta. Per questo organizziamo continuamente eventi, che promuoviamo con diversi canali (Web, mailing, giornali), e realizziamo incontri tra le aziende insediate, per esempio per discutere la partecipazione a bandi o a corsi formativi. Insomma, cerchiamo di essere “zanzare” che ronzano sempre nell’orecchio delle aziende. L’idea buona può infatti essere anche alla porta accanto.

Per contatti

Leonardo Marabini

direttore marketing Parco Scientifico

Tecnologico Kilometro Rosso

leonardo.marabini@kilometrorosso.com

www.kilometrorosso.com

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