L’industria energetica degli Stati Uniti avanza verso importanti riduzioni nelle emissioni

Per quanto il Clean Power Plan sia in uno stato di limbo legale, gli stati e gli operatori del settore energetico continuano a portare avanti la transizione verso fonti rinnovabili

di Richard Martin

Quando la Corte Suprema ha inaspettatamente messo in attesa il Clean Power Plan della EPA all’inizio del mese, l’amministrazione ha accusato un duro colpo nel suo impegno verso la transizione dai combustibili fossili a fonti energetiche più pulite. Guardando agli sforzi messi ugualmente in campo dagli operatori del settore energetico, però, l’approvazione o meno del Clean Power Plan potrebbe non essere fondamentale

Questa, sarebbe la conclusione a cui è giunto un sondaggio informale condotto sui principali operatori dalla SNL Energy, che avrebbe scoperto come “i piani per la riduzione delle future emissioni continueranno a prescindere dal recente blocco della Corte Suprema”.

Il CEO della Duke Energy, Lynn Good, avrebbe apparentemente confermato la scoperta con il bilancio aziendale presentato il 18 febbraio, occasione durante la quale ha detto di “pensare che, per il breve termine, la strategia consisterà nell’osservare la disputa, quindi eseguire il piano che era già stato preparato nel merito della modernizzazione dei nostri sistemi”.

Anche i singoli stati stanno avanzando. La scorsa settimana, il Department of Public Service di New York ha pubblicato il piano per rispettare il traguardo del governatore Andrew Cuomo, che mira a ottenere il 50 percento dell’energia dello stato da fonti rinnovabili entro il 2030. Le Hawaii, con il più elevato costo per l’energia in tutto il paese, è il primo stato ad aver fissato il traguardo del 100 percento rinnovabile, mirando alla completa eliminazione dei combustibili fossili entro il 2045 – anche se le ultime mosse della Hawaiian Electric, il principale operatore dello stato, mettono in dubbio la fattibilità di questo progetto.

Lo scorso ottobre, il governatore della California Jerry Brown ha approvato un disegno di legge che, oltre a migliorare della metà l’efficienza energetica entro il 2030, aumenterà al 50 percento il traguardo per le rinnovabili. Fra gli altri stati che stanno muovendosi aggressivamente verso l’ottenimento del 50 percento della propria energia da fonti rinnovabili spiccano anche il Vermont (con un traguardo del 75 percento entro il 2032) e l’Oregon (con un traguardo del 50 percento entro il 2040).

La spinta verso il cambiamento viene più dalla promessa di incentivi ed agevolazioni fiscali, che non dalle norme alle quali sta lavorando l’EPA. Questa settimana, il National Renewable Energy Laboratory ha pubblicato uno studio che dimostrerebbe come l’estensione dei crediti d’imposta sul solare residenziale, annunciata lo scorso dicembre, aggiungerà fra i 48 e i 53 gigawatt di capacità produttiva da fonti rinnovabili entro il 2025. Ancor più importanti saranno gli effetti sulle emissioni di gas serra: da qui al 2030, grazie all’estensione dei crediti, le emissioni di anidride carbonica diminuiranno di un valore compreso fra 540 milioni e 1.4 miliardi di tonnellate.

(MO)

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