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La firma rivelatrice che l’atmosfera terrestre produce quando passa davanti al Sole potrebbe aiutarci a scoprire la presenza di altri mondi che possono ospitare la vita.

di Neel V. Patel

Quando un pianeta “transita” davanti alla sua stella di riferimento, la chimica delle particelle dell’atmosfera del pianeta si disperde, assorbe e rifrange la luce stellare in modi specifici.

È possibile utilizzare questi passaggi per confermare la presenza di elementi come il vapore acqueo o la quantità di gas come ossigeno e anidride carbonica. 

È anche possibile rilevare firme biologiche come metano o altri composti organici che fanno pensare alla presenza di vita extraterrestre.

Due astronomi, della McGill University di Montreal, hanno studiato attentamente i dati raccolti dal satellite SCISAT dell’Agenzia spaziale canadese, che è stato originariamente lanciato per monitorare la fascia di ozono che circonda la Terra.

Dal 2004, SCISAT ha effettuato un’osservazione continua della luce che attraversa l’atmosfera quando la Terra si trova di fronte al Sole. 

I ricercatori hanno usato questi dati per simulare l’aspetto dell’intero spettro di transito del pianeta alla luce infrarossa, un tipo di operazione mai effettuata in precedenza. 

I risultati sono stati pubblicati a fine agosto nelle comunicazioni mensili della Royal Astronomical Society.

L'”impronta digitale” della Terra fornisce indizi su ciò che dovremmo cercare mentre studiamo più dettagliatamente altri transiti di esopianeti e tentiamo di stabilire la loro potenziale abitabilità, come nel sistema TRAPPIST-1.

I ricercatori sono particolarmente fiduciosi per il fatto che ci si potrà avvalere del successore di Hubble, il James Webb Space Telescope, che sarà certamente uno strumento prezioso per questo tipo di lavoro, quando sarà finalmente operativo tra pochi anni.

(rp)