Le società petrolifere statunitensi ignorano il cambiamento climatico

Gli azionisti di Exxon Mobil e Chevron hanno votato contro misure per alleviare il cambiamento climatico, distanziando le due società da una industria che sta cominciando a cambiare modo di pensare.

di Michael Reilly

A quanto pare, il petrolio continuerà a restare in uso ancora per parecchio tempo – anche se le società petrolifere ricevono pressioni sempre più forti perché prendano atto dei rischi che il cambiamento climatico comporta per la loro attività e per il pianeta intero.

Durante un incontro fra gli azionisti, i giganti del petrolio Chevron ed Exxon Mobil hanno scongiurato una grossa rivolta quando i loro principali investitori hanno valutato una serie di misure sul clima. Fra queste, Exxon avrebbe dovuto riconoscere che la limitazione del riscaldamento globale entro 2 °C rappresenta un “imperativo morale”, mentre a entrambe le società sono state presentate alcune iniziative per eseguire “test di sforzo” con cui stabilire i danni di future norme ambientali alle loro linee di base.

Nel suo discorso di apertura, il CEO di Exxon Mobil, Rex Tillerson, ha dichiarato che “pretendere di chiudere i pozzi non è accettabile per l’umanità” – e non ha esattamente torto. Una società da quasi $375 miliardi non può cambiare di colpo, e il nostro stile di vita, a base di petrolio e gas, non evaporerà certo in una notte.

Commenti simili mascherano il fatto che le società petrolifere stanno giungendo a un bivio. Exxon continua a comportarsi come se la crescita economica e le emissioni di anidride carbonica fossero la stessa cosa – la società prevede che il 60 percento delle necessità energetiche del mondo continueranno a essere risolte con petrolio e gas fino al 2040. Le emissioni di anidride carbonica, però, si sono dissociate dalla produttività economica. Gli accordi di Parigi, peraltro, potrebbero avere un forte impatto sulla domanda di combustibili fossili qualora i paesi aderenti dovessero rispettare le loro promesse.

Altre società petrolifere sembrano aver ricevuto il messaggio. Shell ha recentemente annunciato la creazione di una divisione energetica per le rinnovabili che verrà finanziato con $1.7 miliardi di investimenti. Il gigante petrolifero francese Total, invece, si è impegnato a spostare il 20 percento del suo patrimonio in operazioni a basse emissioni nell’arco dei prossimi 20 anni. In un paper presentato martedì per illustrare le strategie della società, il CEO di Total Patrick Pouyanne ha detto che gli accordi di Parigi hanno evidenziato la presenza di un mandato globale per cercare di limitare il riscaldamento globale entro la soglia dei 2 °C.

“Il COP21 ha fatto decisamente da spartiacque”, ha detto, riferendosi all’incontro di Parigi. “Nonostante l’attuale instabilità nel mondo, 195 paesi sono riusciti a riunirsi per stipulare un ambizioso accordo climatico. È un messaggio forte”.

Alla luce di questi fatti, Chevron ed Exxon Mobil paiono sempre più degli oppositori – dinosauri lenti che non riescono a stare al passo dell’innovazione. Queste due società sembrano intenzionate a perseguire un modello di business che, seppur proficuo per il momento, non le sosterrà ancora a lungo, specialmente dopo che il resto dell’industria si sarà dissociato dai combustibili fossili.

(MO)

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