Le neonate cinesi geneticamente modificate potrebbero avere vita breve

Secondo i ricercatori, la modifica al DNA che protegge dall’HIV abbrevierebbe la vita.

di Antonio Regalado

Lo scienziato cinese He Jiankui creò i primi bambini geneticamente modificati con l’idea di migliorare il mondo a partire da una mutazione che dovrebbe proteggere dall’HIV.
Quella che doveva essere una speranza per milioni di persone potrebbe invece mettere a rischio morte precoce le gemelline nate dall’esperimento. Secondo un nuovo rapporto, mutazioni genetiche come quelle create da al gene chiamato CCR5, accorcerebbero la vita di circa 1.9 anni.

“Si tratta di una mutazione dagli effetti importanti,” spiega il genetista Rasmus Nielsen della University of California, Berkeley, che ha fatto la scoperta studiando database del DNA di 400.000 volontari della UK Biobank. “Troppe mutazioni del genere comporterebbero una riduzione sostanziale della durata della vita.” I risultati della ricerca rappresentano un allarme per chiunque sia interessato a modificare il genoma umano. Molti geni hanno, infatti, più di un ruolo e le manipolazioni degli scienziati porteranno probabilmente ad effetti collaterali inaspettati e indesiderati.

Recentemente, variazioni dello stesso gene sono state connesse al recupero della memoria dopo un ictus, con possibili implicazioni su di un un ruolo del gene nelle funzioni cerebrali.
“Non è responsabile modificare la linea germinale umana quando non se ne ha una comprensione incompleta,” spiega Feng Zhang, del Massachusetts Institute of Technology esperto di CRISPR, lo strumento di gene editing utilizzato per gli esperimenti cinesi.

Il gene CCR5 gene produce un recettore sulla superficie delle cellule immunitarie. Gli individui che ereditano naturalmente due copie non funzionanti del gene sembrano essere per lo più immuni ad un ceppo comune dell’HIV, che entra nelle cellule per mezzo di quei recettori. Questo è l’effetto “protettivo” desiderato da He, un biofisico cinese educato negli USA. Nonostante il ricercatore non abbia riprodotto perfettamente la mutazione naturale del gene CCR5, ha danneggiato il gene negli embrioni umani. Da due di questi geni sono nate delle gemelline.
L’esperimento condotto da He venne immediatamente criticato in quanto troppo pericoloso e superfluo (l’HIV non è comune in Cina e ci sono forme di prevenzione più semplici), ed ha provocato la richiesta di una moratoria globale sui bambini geneticamente modificati. Secondo le autorità cinesi, il ricercatore è stato trovato colpevole di violazioni del codice etico e possibili atti criminali.

Le mutazioni naturali del gene CCR5 capaci di obliterarne le funzioni emersero nell’Europa settentrionale durante la preistoria e da lì si diffuse. C’è chi crede che la mutazione possa aver rappresentato una protezione la peste bubbonica. Circa il 10% della popolazione britannica è portatrice di una copia non funzionante del gene, mentre solo l’1% ne avrebbe due copie inattive. La mutazione è rara in Asia. A prescindere dai possibili vantaggi offerti dalla mutazione nel passato, secondo un rapporto di medici spagnoli, oggigiorno sembra rendere i portatori più suscettibili ad altre infezioni come l’influenza o il virus del Nilo Ocidentale.

In una ricerca pubblicata da Nature Medicine, Nielsen ed il collega Xinzhu Wei dimostrano gli effetti negativi associati alla presenza di due copie mutate del gene. La prima cosa che i ricercatori notarono fu il numero ridotto di volontari portatori della mutazione a disposizione rispetto alle previsioni.
“Il fatto ci segnala l’esistenza di un processo che rimuove individui portatori di due copie, probabilmente un processo di selezione naturale. Questi individui muoiono,” spiega Nielsen. Da uno studio dei certificati di morte, emerge chiaramente un’alta mortalità tra i portatori di due copie modificate del gene. Gli scienziati suggeriscono a chiunque non voglia rinunciare all’idea di manipolare il genoma umano di studiare i livelli di mortalità sui grandi database.

Immagine: AP Photo/Mark Schiefelbein

(lo)

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