Skip to main content

Alcuni esperti temono che l’assegnazione del contratto a una singola società possa avere un esito indesiderato per l’esercito e compromettere la sicurezza nazionale.

di Jamie Condliffe

Il Dipartimento della Difesa sta cercando di trasferire nel cloud i suoi sistemi digitali – un contratto che potrebbe valere fino a $10 miliardi nell’arco dei prossimi dieci anni. Defense One descrive come, stando a fonti ufficiali del governo, “la corsa sta assumendo l’aspetto di una competizione a tre fra Amazon, Microsoft e Google – con Oracle distaccata al quarto posto”.

Axios riporta che alcuni esperti industriali stanno mettendo il dubbio il piano, convinti che l’assegnazione del contratto ad una singola organizzazione potrebbe portare a un prodotto incapace di rispondere esattamente ai bisogno del DoD. Oltretutto, per quanto il posizionamento di tutti i segreti militari del DoD in un unico database crittografato possa risultare conveniente, il rischio di compromettere la sicurezza nazionale con un sistema sarebbe elevato.

I guai di Amazon: Nel frattempo, la CEO di Oracle, Safra Catz avrebbe riferito a Donald Trump che il processo di selezione del cloud provider sembrerebbe volto a favore di Amazon. Nonostante il presidente USA abbia risposto di volere un processo equo, una serie di rapporti indicherebbe che il presidente stia cercando invece di perseguitare Amazon, un atteggiamento che a sua volta potrebbe influire sull’esito della competizione.

Dunque? Il bando è ancora agli inizi, e il draft definitivo dovrebbe essere reso noto dal Pentagono entro maggio. A quanto pare, però, la competizione potrebbe essere feroce e, potenzialmente, impari.

(MO)