Le megalopoli contrastano il cambiamento climatico

La riduzione delle emissioni in alcune delle città più popolose del mondo potrebbe avere un impatto enorme sui futuri modelli di sviluppo.

di Gabrielle Merite e Andre Vitorio

Nel 2050, 2,5 miliardi di persone in più vivranno nelle città rispetto a oggi. Man mano che il mondo diventa sempre più urbanizzato, molte città aumentano sempre più di dimensioni mentre cercano allo stesso tempo di ridurre le emissioni di carbonio e smorzare gli impatti dei cambiamenti climatici. 

Nei prossimi decenni, le città saranno i motori della crescita economica, ma devono anche svolgere un ruolo chiave nell’affrontare il cambiamento climatico. Infatti, le 100 città più popolose del mondo sono responsabili di circa un quinto delle emissioni globali di carbonio. 

Alcune delle più grandi città del mondo, le cosiddette megalopoli, stanno affrontando questa sfida. Tuttavia, queste aree urbane variano notevolmente in termini di efficienze e crescita. Vedere il loro tipo di sviluppo può aiutarci a identificare dove sono le nostre maggiori opportunità per ridurre le emissioni. 

Con più persone che si spostano e spazio limitato per crescere, le città del mondo stanno diventando megalopoli. Nel 2020, il nostro mondo ne ospitava 34 e la maggior parte di loro si trovava nell’emisfero settentrionale: in Asia, Europa e Nord America.

Le megalopoli hanno almeno 10 milioni di residenti, rappresentati in questa mappa come il piano terra. Per ogni milione di persone in più che ci vivono, abbiamo aggiunto un altro piano. Alcune megalopoli stanno crescendo rapidamente e si prevede che aggiungeranno molti più residenti. In questo caso, abbiamo aggiunto un piano aggiuntivo per ogni milione di persone che si prevede vivranno lì entro il 2035 (Si veda figura 1). La crescita sarà più rapida in Asia e nel Sud del mondo.

Fig. 1

Tuttavia, se si osservano le emissioni annuali di carbonio delle città, rappresentate qui come cerchi grigi, le megalopoli in rapida crescita nel Sud del mondo contribuiscono a emissioni pro capite molto inferiori rispetto ad altre città della stessa dimensione. Le città con residenti benestanti che conducono stili di vita ad alto consumo stanno guidando l’inquinamento atmosferico globale. 

Queste ricche megalopoli hanno anche maggiori fondi per le misure di adattamento e saranno meglio preparate per fronteggiare il cambiamento climatico.

Fig. 2

Questo è vero per le tre città con la maggiore impronta di carbonio pro capite: Shenzhen, Cina (si veda figura 2) e le due aree metropolitane più popolose degli Stati Uniti: Los Angeles e New York. Le impronte di carbonio pro capite di ciascuna di queste tre ricche megalopoli sono da 4 a 8 volte quelle di Bangalore, Osaka e Mosca, che hanno popolazioni simili (si veda figura 3).

Fig. 3

Queste metropoli, come molte altre città nei paesi in via di sviluppo, dovranno affrontare maggiori avversità climatiche nonostante abbiano una minore impronta di carbonio. La popolazione di Kinshasa, per esempio, è simile a quella di Shenzhen oggi. Tuttavia, la differenza nelle loro emissioni di carbonio pro capite mostra l’impatto sul clima sproporzionatamente elevato dei residenti di Shenzhen (si veda figura 4).

Fig. 4

Si prevede inoltre che Kinshasa crescerà molto di più entro il 2035 rispetto a Shenzhen. Nonostante la sua bassa impronta di carbonio, la mancanza di infrastrutture di Kinshasa e i finanziamenti insufficienti per le misure di adattamento lasciano la sua popolazione in rapida crescita a un rischio maggiore (si veda figura 5).

fig. 5

Con meno opportunità di costruire resilienza, i residenti dovranno affrontare molti rischi legati al cambiamento climatico, tra cui insicurezza alimentare, siccità, disastri naturali e temperature estreme.

Nel frattempo, Shenzhen sta adottando misure per ridurre la sua impronta. La città ha aggiunto migliaia di autobus e taxi a basse emissioni alla sua flotta di trasporti, ha promosso standard di bioedilizia e ha aggiunto un limite all’intensità di carbonio delle industrie. Shenzhen ora prevede di raggiungere il picco delle emissioni di carbonio nel 2022, otto anni prima della Cina.

Ridurre le emissioni in solo alcune delle megalopoli più ricche del mondo potrebbe fare molto per mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici in tutto il mondo, sia per i residenti di queste megalopoli che per coloro che vivono negli ambienti più vulnerabili.

Entro il 2035, il mondo avrà altre 14 megalopoli, secondo le Nazioni Unite (si veda figura 6). La maggior parte si svilupperà in Africa e in Asia. La concentrazione di ricchezza e tecnologia all’interno delle aree metropolitane significa che ovunque le città potrebbero essere all’avanguardia nell’affrontare il cambiamento climatico.

Fig. 6

Metodologia della ricerca

I dati sulla popolazione per il 2020 e il 2035 sono stati forniti dal Department of Economic and Social Affairs, Population Division (2019) e dal World Urbanization Prospects: The 2018 Revision delle Nazioni Unite.

I dati sull’impronta di carbonio pro capite provengono da Moran, D., Kanemoto K, Jiborn, M., Wood, R., Többen, J. e Seto, KC (2018), Carbon footprints of 13,000 citiesEnvironmental Research Letters.

L’impronta di carbonio globale per ogni città è stata ottenuta moltiplicando i dati sull’impronta di carbonio pro capite di Moran e altri con quelli sulla popolazione forniti dalle Nazioni Unite. Nell’interpretare i risultati, è importante tenere presente i limiti di questi studi e metodi in quanto i numeri non sono perfettamente precisi, ma permettono di identificare e analizzare le tendenze.

Immagine: Getty / MIT Technology Review

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