di Stephen Cass
La qualità dei trasporti definisce il nostro livello di civiltà. Le tecnologie della mobilità hanno caratterizzato l’ambiente dove viviamo e lavoriamo, la struttura delle nostre città, il flusso del commercio globale. Ma non è più pensabile che le moderne forme di trasporto possano ancora fare affidamento sui combustibili fossili. Nel 2005, treni, automobili e aerei per passeggeri hanno scaricato nell’atmosfera quattro miliardi di tonnellate di emissioni di anidride carbonica, circa il 14 per cento dell’intera quantità di anidride carbonica prodotta globalmente quell’anno. Se continueremo a puntare quasi esclusivamente sul petrolio greggio per l’alimentazione dei nostri veicoli, produrremo dagli 11 ai 18 miliardi di emissioni di anidride carbonica nel 2050. Ciò appare inevitabile in quanto nei paesi in via di sviluppo – che ospitano l’82 per cento della popolazione mondiale e saranno responsabili del 98 per cento della crescita demografica nei prossimi anni – sta ormai per diventare una realtà la motorizzazione di massa. I proprietari di automobili nel mondo in via di sviluppo stanno crescendo al ritmo del 30 per cento all’anno (si veda Verso veicoli più puliti, a pag. 28).
Anche nei paesi sviluppati le emissioni di anidride carbonica provenienti dai trasporti rappresentano un problema sempre più serio. Il trasporto passeggeri statunitense è responsabile del 18 per cento dei gas a effetto serra nel continente americano. La riduzione di queste emissioni grazie al cambiamento delle abitudini dei consumatori americani profondamente legati alla cultura dell’automobile non sarà un’impresa facile, anche se potrà portare a benefici significativi sul piano globale.
I guidatori americani hanno un livello di benessere relativamente alto per adottare nuove tecnologie alternative di trasporto; in effetti, dopo un secolo ininterrotto di dominio dei motori a combustione interna e della benzina, alcune tecnologie, come i veicoli elettrici e i biocombustibili, stanno finalmente diventando competitivi (si veda Il lungo addio del petrolio, a pag. 25). Ma la strada è ancora lunga e le nuove tecnologie devono essere sostenute con coerenti politiche governative (si veda I veicoli ibridi a ricarica elettrica, a pag. 30) per riuscire a mettere in un angolo i sistemi basati sui combustibili fossili.
Mentre il mondo è sempre più globale e urbanizzato, il problema della congestione di strade e aria deve essere affrontato anche con l’aiuto della tecnologia dell’informazione che può consentire ad automobili e aerei di organizzarsi in forme più efficaci (si veda Controll di efficienza e sicurezza e Controlli satellitari del traffico aereo, a pag. 30 e 27). Ciò che serve sopra ogni altra cosa è una politica coerente dei trasporti che promuova alternative ai combustibili fossili e imponga regole in modo tale che le automobili ad alimentazione diesel e benzina continuino a consumare sempre di meno. Inoltre, con la crescita dell’urbanizzazione, è necessario modificare la struttura e l’organizzazione delle nostre città in modo che chi deve spostarsi per fare acquisti o andare al lavoro non sia costretto a mettere in moto un motore a combustione interna.