Le app sul telefono aiutano a riconoscere i disturbi cognitivi

Le differenze nel modo in cui le persone sane e quelle con problemi cognitivi usano il proprio smartphone hanno permesso di tracciare una distinzione per distinguerle.

di Karen Hao

I ricercatori di Apple hanno monitorato l’utilizzo dell’app di 113 adulti di età compresa tra 60 e 75 anni per 12 settimane. Trentuno di loro avevano una diagnosi clinica di un problema di ordine cognitivo; gli altri 82 erano “sani”. Per ogni sessione – dal momento in cui gli utenti hanno sbloccato i loro telefoni al momento in cui li hanno bloccati di nuovo – i ricercatori hanno registrato le sequenze di app utilizzate e classificato le sessioni in diversi tipi. I dati sono stati usati per formare un modello di apprendimento automatico.

Questo modello è stato in grado di distinguere gli utenti sani da quelli con problemi cognitivi circa l’80% delle volte, con una percentuale superiore del 30% alla casualità. I risultati hanno anche mostrato che il contesto in cui venivano utilizzate le app era importante per la previsione del modello. Un’app come Messagges usata da sola, per esempio, era fortemente correlata al comportamento di un individuo sano, ma utilizzata insieme a Mail era associata a un individuo con problemi cognitivi.

Circa il 15-20 per cento delle persone di età pari o superiore a 65 anni soffre di un lieve deficit cognitivo, che influenza le capacità di memoria e di pensiero e aumenta il rischio di sviluppare l’Alzheimer. La diagnosi e il trattamento precoci potrebbero aiutare a invertire i sintomi.

Apple sta portando avanti studi simili da un po’ di tempo, ma non è ancora chiaro come intende applicare i risultati. Questo studio in particolare è stato condotto su un numero molto limitato di utenti e considera semplici statistiche sull’utilizzo delle app. I ricercatori sperano di incorporare dati più corposi nelle loro analisi, incluso l’ordine in cui vengono utilizzate le app, l’ora del giorno e gli spostamenti degli utenti.

(rp)

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