L’ansia da autonomia per le auto elettriche è eccessiva

Un nuovo studio spiega come le odierne auto elettriche riescano a gestire quasi il 90 percento di tutti gli spostamenti effettuati negli Stati Uniti.

di Catherine Caruso

Le auto elettriche promettono di liberarci dalla nostra dipendenza dai combustibili fossili, ma hanno un inconveniente: la maggior parte dei modelli attualmente in commercio non ha la stessa autonomia delle loro controparti con motori a combustione interna. Di conseguenza, quando si parla di ampia adozione delle auto elettriche, il discorso si ferma quasi sempre sul problema dell’ansia da autonomia, o “range anxiety”.

Una nuova ricerca indica che questo timore è esagerato. Analizzando le abitudini di guida di persone sparse in tutto il paese, Jessika Trancik ed alcuni colleghi del MIT hanno scoperto che le attuali auto elettriche potrebbero sostituire l’87 percento delle vetture in circolazione e portarci dove dobbiamo andare (e riportarci indietro) con l’autonomia di cui dispongono. Ammesso che la tecnologia delle batterie migliori al passo delle stime elaborate dal governo, il 98 percento delle vetture in circolazione potrebbe essere sostituito da vetture elettriche entro il 2020.

Non è necessario che vi mettiate a risparmiare per acquistare una Tesla. Nella loro analisi, i ricercatori hanno impiegato i dati associati alle prestazioni della Nissan Leaf, che ha un prezzo di listino ben più abbordabile. Stando al team del MIT, l’autonomia media della Leaf si aggira intorno ai 120 km, incluso un buffer di carica del 10 percento; La distanza percorribile reale dipende da fattori quali il traffico e la velocità di percorrenza.

Il modello impiegato dai ricercatori ha fatto affidamento su dati, auto-riportati da conducenti statunitensi sullo stile di guida e i percorsi abitudinali, che sono stati presi dal National Household Travel Survey del 2009. Questi dati sono quindi stati incrociati con quelli raccolti dai GPS nei viaggi in giro per il paese, uniti a dati quali l’economia di consumo e la temperatura dell’aria. Il modello contempla anche l’ipotesi che i conducenti ricarichino le batterie solamente durante la notte.

La sostituzione dell’87 percento del parco circolante con delle Nissan Leaf avrebbe, evidentemente, un enorme impatto sul consumo di carburante. I ricercatori sostengono che arriverebbe ad abbattere i consumi del 61 percento ed avrebbe un incredibile impatto sulle emissioni di anidride carbonica. Se le batterie dovessero migliorare entro le previsioni formulate dall’ARPA-E del Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti, questi numeri salirebbero al 98 percento del parco circolante, pari all’88 percento del consumo di benzina.

L’aspetto più interessante riguarda forse l’elevato potenziale di questa sostituzione lungo popolazioni, zone urbane e climi differenti. Sprawling Houston, ad esempio potrebbe vedere sostituito l’88 percento del proprio parco auto, contro l’87 percento di New York. Persino negli scenari rurali, il modello indica che l’81 percento delle vetture potrebbe essere sostituito.

I ricercatori stanno adoprandosi per diffondere i risultati del modello fra i consumatori, così da aiutarli a prendere decisioni più attente sulla loro prossima automobile e sulla possibilità che un’auto elettrica risponda alle loro necessità, nel complesso o in particolari giornate di viaggio.

“Stiamo cercando di offrire alle persone le informazioni utili che spesso non vengono divulgate”, dice Trancik. “Questi cambiamenti possono avvenire dal basso, e ritengo che il settore dei trasporti privati sia affascinante proprio perché i cittadini possono fare la differenza”.

Una diffusione più estesa delle auto elettriche presenta ugualmente diverse sfide. La prima riguarda il restante 13 percento delle vetture con una percorrenza superiore a quella di cui sono capaci le odierne auto elettriche. Le persone hanno bisogno di un’alternativa conveniente per quei giorni in cui sanno di doversi spingere oltre. La condivisione di auto convenzionali è una potenziale soluzione; guardando oltre, stazioni di ricarica rapida o sistemi di interscambio delle batterie potrebbero diventare soluzioni più realistiche.

Anche l’installazione di stazioni di ricarica domestiche può presentare problemi logistici. Robert Green, uno scienziato informatico della Bowling Green State University che studia auto elettriche e sistemi di alimentazione, sottolinea la necessità di considerare gli effetti di un drastico aumento nel numero di auto connesse alla rete elettrica. Per lui, la raccolta di dati più recenti e complessi utilizzati nel modello sarebbero il contributo principale allo studio. “Dati migliori offrono un’immagine più accurata di come sarà la vita con le auto elettriche”, dice.

“Ogni volta che leggo un documento del genere, la prima conclusione è che non dobbiamo aver paura dell’autonomia, perché i dati corrispondono alle nostre necessità reali”, dice. “Resta da risolvere il problema che, con percorrenze superiori, il discorso cambia”.

(MO)

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