L’allevamento di organi suino-umani non promette ancora granché

I tentativi di generare organi anima il dibattito sugli aspetti etici delle chimere umano-animali.

di Antonio Regalado

In uno studio pubblicato sulla rivista Cell, che ha scosso regolatori da Washington al Vaticano, scienziati californiani hanno descritto il proprio controverso primo tentativo di creare maiali portatori di organi umani. L’esperimento parte con la fusione di cellule staminali umane in embrioni animali nel tentativo di far portare le cosiddette “chimere” a divenire feti animali dai tessuti siano parzialmente umani.

Scienziati del Salk Institute di La Jolla, in California, hanno inserito in scrofe più di 2,000 embrioni di maiale per circa 4 settimane di gestazione. Nessuno di questi animali ha mai raggiunto il pieno sviluppo. I risultati sono stati scoraggianti: poche delle cellule umane sono sopravvissute e non hanno particolarmente contribuito allo sviluppo degli animali. Gli scienziati lo definiscono comunque il primo passo verso la “generazione di organi umani” in animali da cortile.

L’esistenza di tali chimere fu portata per la prima volta alla luce l’anno scorso.

La preoccupazione sulla possibile generazione di comportò una momentanea moratoria ai finanziamenti su studi simili da parte dei National Institutes of Health.

La decisione di imporre solo poche, precise limitazioni e la supervisione di una commissione, provocò una campagna d’opposizione del U.S. Conference of Catholic Bishops che produsse 22,000 commenti sull’argomento.

Gli oppositori protestavano contro l’utilizzo di fondi pubblici a favore di ricerche su “esseri la cui sola esistenza cera confusione sul confine tra esseri umani ed animali.” Secondo Carrie Wolinetz, direttore dell’ufficio di politiche scientifiche ai NIH, ci si aspettano nuove opposizioni da parte dell’amministrazione di Donald J. Trump.

Lo studio recentemente pubblicato è stato condotto nei laboratori di Juan Carlos Izpisua Belmonte, del Salk Institute, che nel gennaio 2016, raccontò al Scientific American di aver avuto il permesso a procedere da Papa Francesco stesso.
Il Vaticano negò.

La fusione di razze strettamente correlate ha già dato successo. Hiromitsu Nakauchi, biologo della Stanford University, ha pubblicato su Nature uno studio secondo cui sarebbe riuscito a generare in ratti pancreas di topo che sono risultati efficaci nella cura del diabete di topi a cui sono stati trapiantati.
Anche Belmonte ha dimostrato di poter mescolare roditori, tra cui topi con pezze di pelo di ratto.

Per favorire la sopravvivenza delle cellule donate e guidare la loro attività, Belmonte e Jun Wu, supervisore scientifico del progetto, spiegano di aver modificato anche l’embrione di topo, facendo uso del CRISPR per rendere inattivi i geni necessari allo sviluppo di pancreas, cuore, ed occhio. Senza questi geni, i topi nascerebbero comunemente morti o deformi, ma una volta aggiunti quelli di ratto, ciascun organo si sviluppa normalmente. I risultati prodotti da Belmonte però, dimostrano che far crescere cellule umane in un maiale, due razze ben più distanti tra loro rispetto a topi e ratti, è più difficile.

Secondo Nakauchi “Troviamo tracce di cellule umane sopravvissute, ma non sono né integrate né attive”.

Pablo Ross, veterinario della University of California, di Davis, e coautore del recente studio, dichiara che gli esperimenti proseguiranno ad un ritmo più lento ed esplorando nuove possibilità di far sopravvivere le cellule umane in un ospite animale, a partire dall’utilizzo del CRISPR sugli embrioni di maiale.

(LO)

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