La visione imprenditoriale dietro la biotecnologia molecolare italiana

Intervista a Carlo Roccio, CEO Clonit

di Matteo Ovi

Abbiamo recentemente incontrato il Dott. Carlo Roccio, Chief Executive Officer di Clonit, una innovativa azienda che opera nel settore della biotecnologia.

La storia di questa azienda, fondata nel 1987, ha però origini in un’altra società, la Fleming Research, nata nel 1976 ad opera sempre del Dott. Roccio in collaborazione con il Dott. Stangalini.

La Fleming Research, come spiegatoci dal Dott. Roccio, svolge un’attività diagnostica di laboratorio in ambito medico con criteri di qualità basati prevalentemente sulla rapidità del servizio (prelievi e referti), sulla precisione e accuratezza dei dati analitici e sull’innovazione continua degli esami, che crescono costantemente di numero e varietà.

Il target principale dell’azienda è quindi quello di condurre indagini diagnostiche di 2° e 3° livello al servizio di laboratori pubblici e privati (piu di 150 in Italia) che intendono dotarsi di un laboratorio di riferimento per approfondimenti diagnostici.

Nell’offrire questi servizi, la societa’ si e’ accreditata all’interno del Servizio Sanitario della Regione Lombardia ed ha ottenuto le autorizzazioni per operare, in qualita’ di Laboratorio Generale di Base, nei campi della biochimica clinica, della tossicologia, della ematologia ed emocoagulazione, della microbiologia e virologia, dell’anatomia patologica e della citogenetica e genetica medica.

La stretta collaborazione con i principali istituti medici nazionali garantisce all’azienda l’accesso a un enorme patrimonio genetico.

Da oltre trent’anni infatti l’azienda conserva i campioni utilizzati nel corso delle proprie indagini. “Questo significa che qualora necessitassimo di un campione per condurre ricerche legate a nuovi farmaci o macchinari, molto probabilmente saremmo in grado di accedervi immediatamente”, spiega Roccio. “E per questo stesso motivo”, aggiunge, “non e’ insolito che societa’ esterne anche internazionali si rivolgano a noi per il collaudo di loro prodotti”.

Un altro elemento rilevante e’ costituito dal supporto che la societa’ riceve dalle facolta’ universitarie, che con un efficace programma di internship garantiscono ai suoi laboratori una rotazione costante di giovani ricercatori. “E’ grazie a loro che la diagnostica clinica puo accedere alle piu innovative forme di indagine non appena queste ricevono la validazione clinico-diagnostica”.

“E’ sulla base di questo interscambio con istituti medici e universitari, del mantenimento dei piu elevati standard qualitativi e del rispetto delle normative che nasce Clonit”, spiega Roccio, aggiungendo poi che “le sinergie con Fleming Research, la quale dispone delle autorizzazioni e dei contatti necessari, permettono a Clonit di accedere a una banca dati e a una vastita’ di campioni pronti a essere sfruttati nella progettazione, nel collaudo e nella realizzazione di nuovi strumenti di analisi fondati sulla Biologia Molecolare”.

Il Dott. Roccio ci ha quindi parlato del progetto DNA on Disk, presentato dal MIUR nel Decreto Direttoriale n.18 del 14 Dicembre 2012 quale uno dei nuovi progetti per i quali sara’ previsto un finanziamento per il triennio 2013-2015.

Il Progetto di ricerca industriale DNA on Disk è stato presentato nell’ambito del Cluster Scienze della Vita ALISEI con Azienda coordinatrice STMicroelectronics e Aziende parters Clonit Srl e Fleming Research Srl oltre ad altri prestigiosi centri di ricerca privati e pubblici quali: Fondazione San Raffaele, Istituto di scienze neurologiche del CNR, Laboratorio Nazionale Consorzio InterUniversitario per le Biotecnologie,e UNIMITT.

Il Progetto DNA on Disk si avvarrà anche di un prestigioso parter internazionale quale HSG-IMIT, importante Istituto di Ricerca con sede in Germania con esperti nel settore della “centrifugal microfluidics”. Il Progetto avrà come campo d’azione la diagnostica per la salute umana per le malattie oncologiche, neurologiche, infettivo logiche e legate alla povertà (malaria,tubercolosi,ecc).

Stando al Dott. Roccio, le eccellenti conoscenze tecnologiche e le capacità produttive di una grande azienda di semiconduttori come STMicroelectronics, unite ed integrate con l’esperienza pluriennale nel settore della Diagnostica Molecolare di Clonit, e con le capacità ampiamente dimostrate nella sperimentazione e validazione clinica dei prodotti di Fleming Research avrebbero generato una piattaforma tecnologica innovativa che integra i processi di sample preparation e di amplificazione genica con metodica di Real Time PCR realizzando il processo analitico “Sample in- Result out” in un unico step.

L’integrazione di bio-chips pre-funzionalizzati e pronti all’uso ha semplificato e velocizzato il processo analitico tanto da poter essere utilizzato anche da NON esperti; il software diagnostico è in grado di elaborare la risposta rispettando tutti i criteri di attendibilità, ripetibilità e sicurezza.

Le ricadute attese da questo Progetto di ricerca industriale tendono soprattutto alla possibilità di offrire una elevata specificità diagnostica sostenuta dalla capacità intrinseca al sistema del multiplexing (possibilità di eseguire anche centinaia di indagini contemporanee sullo stesso campione in esame e su unico chip,) unita alla semplicità d’uso con costi potenziali per la sanità pubblica di molto inferiori a quelli attuali.

Il concetto dei “laboratori su chip”, non e’ nuovo nel mondo della biotecnologia molecolare. Come ci ha spiegato lo stesso Roccio, “in altri laboratori nel mondo vengono condotte ricerche simili mirate allo sviluppo di strumenti diagnostici portatili pratici, dal facile utilizzo e con una accuratezza accettabile, se non addirittura paragonabile a quella degli odierni strumenti di diagnosi clinica, generalmente troppo grandi e complessi per poter essere installati efficacemente anche in paesi afflitti da una grande poverta'”.

“Nel caso specifico del progetto sviuppato da Clonit”, ci racconta Roccio, “tutto e’ partito dalla mia prima testimonianza di interazione tra medicina e microelettronica durante un meeting di tre giorni incentrato, per l’appunto, sull’argomento del Bio to Bit”.

L’intero concetto della conversione di dati biologici in dati informatici ruota intorno a tre elementi: l’estrazione, l’amplificazione e l’identificazione.

Stando a Roccio, si puo’ disporre di chip potentissimi, ma senza un target preciso e’ impossibile trovare la giusta applicazione.

“Nel caso dei laboratori on chip, esistono alcune aziende che dispongono di simili strumenti calibrati per identificare specificamente alcuni parametri o alcune malattie. Generalmente pero’ questi strumenti vengono ancora utilizzati prevalentemente nella ricerca anziche’ nella diagnostica vera, perche’ necessitano ancora di verifiche comparative. Diversamente da questi, DNA on chip dispone di un elemento unico, che consiste nel marchio di approvazione CFD-FDA di una ampia serie di test pronti per una offerta di servizi allargata.”.

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