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Il sistema LauncherOne dell’azienda è progettato per inviare satelliti in orbita terrestre bassa. Ha davvero il potere di inviare un carico utile per il Pianeta Rosso?

di Neel V. Patel

La Virgin Orbit, spin-off della società per il turismo spaziale Virgin Galactic, ha annunciato l’intenzione di lanciare tre missioni su Marte. La società ha siglato una partnership con la società satellitare polacca SatRevolution e gruppi di università polacche per inviare tre piccoli veicoli spaziali robotici su Marte allo scopo di condurre indagini scientifiche. Le missioni verrebbero lanciate dall’ammiraglia Launcher One della Virgin Orbit e potrebbero partire già nel 2022. 

Se avrà successo, la Virgin Orbit sarà la prima compagnia commerciale https://www.technologyreview.it/si-intensifica-la-corsa-allo-spazio-fra-societa-tecnologiche a raggiungere il Pianeta Rosso. Rappresenterà anche l’ingresso inaspettato nel campo campo dei voli nello spazio profondo di un’azienda dedicata ai lanci aerei, da sempre considerati inadatti a viaggi oltre l’orbita terrestre bassa. 

La Virgin Orbit deve ancora ufficialmente lanciare il LauncherOne (prevede di farlo entro la fine dell’anno), ma il piano prevede che un Boeing 747, chiamato Cosmic Girl, porti il razzo ad alta quota per poi rilasciarlo. Il razzo attiverà quindi i motori a mezz’aria per sfrecciare nello spazio. I lanci aerei richiedono meno carburante e protezione rispetto ai lanci di missili tradizionali e possono avvenire praticamente ovunque, poiché non sono limitati ad un sito di lancio o dalle condizioni meteorologiche. Allo stesso tempo, gli aerei fanno fatica a decollare con grandi razzi e grandi carichi. Puntare allo spazio profondo con uno di questi sistemi di lancio aereo “è un’idea piuttosto nuova”, spiega Glenn Lightsey, ingegnere aerospaziale della Georgia Tech. 

Uno dei motivi per cui un simile viaggio è ora possibile è che i satelliti stanno diventando così piccoli. Con strumenti di una frazione delle dimensioni, è possibile raccogliere lo stesso tipo di dati e immagini che si ottenevano una generazione fa. L’astronave SatRevolution non pesa più di 50 Kg, ma avrà il compito di fotografare Marte e la sua luna Phobos, studiare l’atmosfera marziana e, eventualmente, analizzare il terreno alla ricerca di segni di acqua sotterranea.

Secondo Will Pomerantz, vicepresidente per i progetti speciali della Virgin Orbit, molti dei clienti dell’azienda, incoraggiati dal programma lunare Artemis della NASA, hanno recentemente chiesto se LauncherOne possa essere utilizzato per inviare piccoli satelliti sulla luna. La società iniziò a considerare la possibilità di aggiungere un potenziatore al razzo a due stadi per ottenere la spinta extra necessaria ad uscire dall’orbita terrestre e lanciare piccoli carichi verso lo spazio profondo. 

“Ci siamo resi conto che in realtà abbiamo qualcosa di piuttosto interessante da offrire e che c’è un’altra classe di clienti a cui possiamo tornare utili”, dichiara. Pomerantz non intende divulgare dettagli su come verrà realizzato il terzo booster, ma le opzioni includono motori a propulsione solida e sistemi a propulsione liquida. Secondo Lightsey, anche l’aggiunta di un ulteriore sistema di propulsione elettrica potrebbe funzionare (sebbene una spinta più debole significhi un viaggio più lungo per raggiungere Marte, ed una esposizione prolungata dei dispositivi elettronici a quantità di radiazioni dannose). 

Per quanto la società debba ancora dimostrare di poter arrivare in orbita, sta già prendendo in considerazione progetti per missioni verso destinazioni come Venere, la Luna e gli asteroidi vicini. Pomerantz è particolarmente entusiasta della possibilità di congiungere lo spazio profondo a comunità come la Polonia, “a lungo interessate nello spazio, e mai incluse nei progetti per raggiungerlo”. 

Ciò non significa che l’industria si lancerà tutt’a un tratto sui sistemi di lancio aereo. Lightsey ricorda che anche i più grandi aeroplani, con la massima capacità di trasporto, non hanno attualmente la possibilità di sollevare più che piccoli carichi come i cubesat. Potrebbe esserci qualche speranza di usare futuri lanci aerei per minuscole missioni di rifornimento, o per consegnare piccoli pacchi agli avamposti e alle stazioni spaziali dotate di equipaggio. 

“Grazie alla crescita del settore commerciale dei viaggi spaziali, cresce il numero di opzioni sul trasporto di carichi verso lo spazio e il raggiungimento di questi luoghi difficili”, spiega. “È davvero salutare per il settore. Fa tutto parte del movimento per rendere il volo spaziale più conveniente.”

(lo)