La tecnologia geospaziale per salvare l’oceano

Con solo il 19 per cento degli oceani mappato e il rischio climatico in aumento, scienziati e responsabili politici cercano soluzioni sostenibili a partire da dati affidabili per intervenire da subito ed elaborare scenari futuri.

di MIT Technology Review Insights, Esri

Sulla Terra, abbiamo mappe più dettagliate di Marte che del nostro oceano, e questo è un problema. Essenziale per sopravvivere al cambiamento climatico, l’oceano assorbe il 90 per cento del calore causato dalle emissioni e genera il 50 per cento dell’ossigeno che respiriamo. “Dobbiamo ringraziare l’oceano per così tanti aspetti della nostra sicurezza e benessere”, afferma Dawn Wright, oceanografa e responsabile scientifica di Esri, fornitore di sistemi di informazione geografica (GIS), che osserva come l’oceano fornisca energia rinnovabile, riserve alimentari e sia una via di comunicazione vitale non solo per le navi, ma anche per i cavi Internet sottomarini.

Ora, lo stesso tipo di mappe intelligenti e tecnologia geospaziale che guidano l’esplorazione dello spazio esterno supportano la ricerca per comprendere e proteggere meglio il nostro oceano. Il GIS, la tecnologia di rilevamento della posizione che le aziende e i governi utilizzano per qualsiasi cosa, dalla mitigazione del rischio alla risposta alle situazioni di crisi, dall’analisi di mercato all’efficienza operativa, si applica anche all’oceano. La logica è semplice: l’oceano supporta un pianeta e un’economia sostenibili e le mappe ricche di dati possono a loro volta supportare un oceano sostenibile.

Oltre l’80 per cento del fondo oceanico rimane inesplorato, ma mappe oceaniche complete saranno essenziali per arginare i problemi legati alla pesca eccessiva, alla distruzione degli habitat, all’inquinamento e alla perdita di biodiversità. Dalla sua uscita nel 2017, la prima mappa oceanica 3D al mondo ha favorito una profonda innovazione nei dati relativi agli oceani e nelle soluzioni di sostenibilità. 

Queste mappe tridimensionali ordinano le masse d’acqua globali in 37 distinte regioni volumetriche, note come unità marine ecologiche, definite da fattori di salute e recupero dell’ecosistema: temperatura, salinità, ossigeno e livelli di nutrienti. Scienziati, responsabili ambientali, pescatori e spedizionieri, nonché cittadini scienziati possono utilizzare la mappa per navigare virtualmente ed esplorare l’oceano.

Ciò che rende possibile la mappa 3D dell’oceano mondiale è la tecnologia aziendale in grado di raccogliere ed elaborare dati che arrivano in enormi volumi e varietà. “La robotica marina è la prospettiva futura dell’oceano”, dice Wright. Questi dati, una volta raccolti, entrano in un GIS dove vengono gestiti ed elaborati, utilizzando l’AI per identificare e classificare rapidamente le informazioni.

L’output del GIS, definito spesso intelligenza spaziale o organizzativa, arriva sotto forma di mappe intelligenti, analisi spaziali e dashboard in tempo reale, dello stesso tipo visto in tutto il mondo lo scorso anno per tracciare e analizzare la pandemia di coronavirus. Questi strumenti di visualizzazione dei dati interattivi basati su GIS portano chiarezza anche alle questioni più complesse e aiutano a guidare le decisioni politiche e commerciali basate su una solida conoscenza di ciò che sta accadendo ora e di ciò che accadrà dopo.

Dawn Wright, oceanografa e responsabile scientifica di Esri.

Un ecosistema a rischio

Cresciuta nelle isole Hawaii e lavorando nelle Samoa americane, Wright considera l’oceano un luogo sacro. “Voglio che le persone capiscano che il clima a breve e lungo termine dipendono completamente dall’oceano”. Per Wright, l’istituzione e l’applicazione di aree marine protette, come il Cook Islands Marine Park al largo della Nuova Zelanda e il Papahanaumokuakea Marine National Monument negli Stati Uniti, rappresentano la strada vincente per mantenere l’oceano protetto. 

Finora solo il 7 per cento dell’oceano è stato contrassegnato come protetto, rispetto al 15 per cento della terra. “Anche se abbiamo circa il 7 per cento dell’oceano protetto in questi parchi o riserve, meno della metà è un’area in cui non è consentito pescare o prendere i coralli o portare via rocce”, spiega Wright. 

Le aree protette, le mappe predittive e le richieste degli scienziati hanno sicuramente un impatto sulle decisioni aziendali e politiche. Per esempio, le compagnie di navigazione stanno lavorando per ridurre le emissioni di gas serra progettando navi più efficienti, una mossa che promuove la causa della sostenibilità riducendo al contempo le spese aziendali. 

Industrie come la vendita al dettaglio e la produzione stanno mettendo in atto principi di economia circolare per recuperare o riciclare i materiali dopo che il prodotto ha completato il suo utilizzo originale. Le aziende di acquacoltura stanno selezionando luoghi protetti per la piscicoltura responsabile per aiutare a ridurre la pesca eccessiva, incoraggiare il ripristino dell’ecosistema acquatico e recuperare le specie in via di estinzione.

L’oceano non è troppo grande per fallire

Preoccupate per le crescenti minacce all’oceano, le Nazioni Unite hanno dichiarato dal 2021 al 2030 il decennio della scienza oceanica per lo sviluppo sostenibile. “È come l’Accordo sul clima di Parigi per l’oceano”, dice Wright. Alcuni importanti progetti di mappatura degli oceani sono già in varie fasi di sviluppo ed esecuzione. 

Per esempio, Seabed 2030 ha l’ambizioso obiettivo di mappare l’intero fondale oceanico entro il 2030. La Map of Biodiversity Importance condivide modelli di habitat per oltre 2.200 specie a rischio nelle vicinanze degli Stati Uniti, con modelli predittivi di AI per la sopravvivenza delle specie basata sui piani di sviluppo e sui fattori ambientali. E l’Ocean Health Index valuta annualmente la salute degli oceani esaminando i benefici sociali, ecologici ed economici per accelerare i progressi nelle politiche oceaniche.

Tali progetti aiuteranno le aziende socialmente responsabili, vale a dire quelle che mettono in piedi soluzioni di sostenibilità da abbinare a opportunità di business, a realizzare profitti preservando l’oceano. Il loro lavoro spesso ruota attorno a dati complessi e in tempo reale, archiviati ed elaborati con GIS e presentati su mappe intelligenti. 

L’intelligence sulla posizione aiuta le aziende, in particolare quelle che operano nei settori delle spedizioni, dell’energia, della logistica e della pesca, a rispondere a domande del tipo: dove le turbine eoliche offshore potrebbero avere il minor impatto sulla pesca commerciale? Come evitare che un nuovo cavo di comunicazione sottomarino transatlantico interferisca con letti di capesante, rari habitat corallini di acque profonde o aree minerarie di sabbia necessarie per il ripristino della spiaggia? Quali sono le aree appropriate per il transito delle navi nell’Artico, ora che non è più coperto di ghiaccio tutto l’anno, per ridurre al minimo l’impatto sugli ecosistemi sensibili?

Mentre il mondo emerge lentamente dalla pandemia ed entra nel Decade of Ocean Science for Sustainable Development delle Nazioni Unite, può farlo sapendo che le aziende, gli scienziati e i responsabili politici hanno il potere di fare scelte più intelligenti per le persone e il pianeta.

(rp)

Immagine: Le unità marine ecologiche, composte da circa 52 milioni di misurazioni oceaniche globali raccolte in un periodo di 50 anni, forniscono una vista 3D degli oceani del mondo.

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