La polizia di Singapore accede ai dati di tracciamento dei contatti

Le app e i sistemi di monitoraggio dei contatti in tutto il mondo si confrontano con le domande di base sulla tutela della privacy e sulla mancanza di fiducia nelle istituzioni.

di Mia Sato

Un alto funzionario di Singapore ha detto che la polizia potrà accedere ai dati raccolti dal sistema di tracciamento dei contatti per il covid-19 per utilizzarli nelle indagini penali. L’annuncio contraddice la politica sulla privacy originariamente delineata quando il governo ha lanciato la sua app TraceTogether nel marzo 2020 e viene criticato come un passo indietro subito dopo che la partecipazione al tracciamento dei contatti è stata resa obbligatoria. 

Mentre la politica aveva affermato che i dati sarebbero stati “utilizzati esclusivamente allo scopo di rintracciare i contatti di persone potenzialmente esposte a covid-19”, la realtà giuridica a Singapore è che la polizia può accedere a qualsiasi dato per indagini penali. La politica sulla privacy dello stato è stata modificata il 4 gennaio 2021 per chiarire “come il codice di procedura penale si applica a tutti i dati sotto la giurisdizione di Singapore”. 

TraceTogether è accessibile tramite un’app per smartphone o un piccolo dispositivo indossabile ed è utilizzata da quasi l’80 per cento dei 5,7 milioni di residenti di Singapore. È stata la prima delle principali app di tracciamento dei contatti Bluetooth svelata nella primavera del 2020 e i suoi dati sono più centralizzati rispetto al sistema Apple-Google utilizzato in molti altri luoghi in tutto il mondo. 

Singapore ha escluso l’utilizzo del sistema Apple-Google stesso perché i funzionari hanno affermato di avere l’esigenza di informazioni più dettagliate sull’infezione. La partecipazione alla ricerca dei contatti era all’inizio su base volontaria, ma il governoha introdotto delle modifiche alla fine dell’anno scorso e ora ci sono controlli obbligatori nella maggior parte dei luoghi in cui le persone lavorano, fanno acquisti e si riuniscono.

L’approccio del paese alla pandemia è sempre stato rigido, non solo quando si tratta di tecnologia di tracciamento dei contatti, ma anche nel caso che si venga sorpresi senza mascherina in pubblico, con il pagamento di multe elevate. 

Il Covid Tracing Tracker di “MIT Technology Review” rileva le politiche sulla privacy di dozzine di app in tutto il mondo che informano gli utenti della potenziale esposizione al covid-19. In tutti i paesi, le app di tracciamento dei contatti hanno sollevato dubbi sul rispetto della privacy degli utenti sin dal lancio delle prime lo scorso anno. 

Le notizie da Singapore accentuano le preoccupazioni degli attivisti e degli esperti di etica sull’uso improprio dei dati e gruppi come Human Rights Watch hanno messo in guardia su come forme accentuate di sorveglianza possano danneggiare ulteriormente le comunità già emarginate. 

In un recente articolo apparso sulla rivista “Science”, gli esperti di bioetica Alessandro Blasimme ed Effy Vayena dell’ETH di Zurigo in Svizzera, hanno sostenuto che la fiducia pubblica è un importante ingrediente mancante se si vuole che più persone utilizzino queste app.

Non è la prima volta che l’uso dei dati di tracciamento dei contatti si intreccia con l’operato delle forze dell’ordine. Lo scorso luglio, ristoranti, bar e avventori tedeschi hanno sollevato obiezioni quando è stato riferito che la polizia ha utilizzato le informazioni raccolte nel tentativo di determinare gli avvenuti contatti per rintracciare i testimoni nelle indagini.

Alla fine di dicembre 2020, il governatore di New York Andrew Cuomo ha firmato una legge che vieta alle autorità preposte all’applicazione della legge e all’immigrazione di accedere ai dati di tracciamento dei contatti. Gruppi come la New York Civil Liberties Union, Electronic Frontier Foundation e New York Immigration Coalition hanno applaudito l’iniziativa.

foto: Singapore Press / AP Images

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