La politica spaziale entra nel XXI secolo

Durante la Conferenza sulla sicurezza spaziale delle Nazioni Unite, tenuta quest’anno a Ginevra, si sono raggiunte alcune importanti conclusioni sull’assetto futuro dell’intero settore.

di Tatyana Woodall

Lo spazio sta diventando sinonimo di successo. L’attività commerciale è  esplosa  negli ultimi cinque anni quando le aziende spaziali private hanno lanciato razzi, messo in orbita satelliti e hanno avanzato offerte per missioni sulla luna.   Ma alcuni esperti temono che questa ondata di attività stia andando troppo avanti rispetto agli accordi internazionali che disciplinano chi può fare cosa nello spazio. La maggior parte di tali politiche sono state scritte e adottate molto prima che il settore spaziale commerciale si surriscaldasse.

Ora, i paesi si stanno rendendo conto che hanno bisogno di aggiornare quegli accordi. Questa settimana, lo United Nations Institute for Disarmament Researchha  tenuto la sua conferenza annuale sulla  sicurezza dello spazio  a Ginevra, in Svizzera (i partecipanti hanno avuto la possibilità di partecipare virtualmente o di persona). 

Per due giorni, diplomatici, ricercatori e funzionari militari di tutto il mondo si sono incontrati per discutere di minacce e sfide, controllo degli armamenti e sicurezza spaziale. Le loro conversazioni hanno fornito una finestra su come potrebbero essere le nuove politiche spaziali. 

Potrebbe essere alle porte una corsa agli armamenti

Alcuni esperti temono che lo spazio possa trasformarsi nel prossimo campo di battaglia. L’uso di tecnologie di difesa spaziali è in aumento. Per esempio,  Russia e Cina  hanno recentemente eseguito test missilistici anti-satellite e gli Stati Uniti possiedono da tempo capacità simili.  “Stiamo assistendo a una corsa agli armamenti”, ha affermato Benjamin Silverstein,  ricercatore per il progetto spaziale presso il Carnegie Endowment for International Peace. “Probabilmente siamo già nella fase successiva alla prevenzione della corsa agli armamenti”. 

Silverstein ha affermato che invece della deterrenza, le nuove politiche dovrebbero concentrarsi sulla mitigazione delle conseguenze negative di questa corsa agli armamenti. Ha esortato gli Stati a utilizzare le Nazioni Unite e le loro risorse diplomatiche per chiarire e migliorare le relazioni tra protagonisti rivali.  

Haiyang Lai, dirigente del ministero degli Esteri cinese, ha sottolineato che futuri conflitti nello spazio potrebbero minare la sicurezza di tutti i paesi coinvolti e non solo di quelli. Ha citato la creazione della US Space Force come prova che almeno un paese ha già dichiarato pubblicamente lo spazio come prossimo dominio di guerra.  “Crediamo fermamente che la guerra spaziale non possa essere vinta e non possa essere combattuta”, ha detto.  

I trattati devono essere aggiornati

111 nazioni hanno firmato l’Outer Space Treaty del 1967, che vieta le attività militari sui corpi celesti. Il primo documento internazionale impegnato a preservare la pace dello spazio, è nato in un momento in cui la minaccia di una guerra nucleare dominava il panorama pubblico. 

Oggi, il commercio spaziale si basa in buona parte sulla legge del reciproco rispetto, o sul principio secondo cui gli stati dovrebbero rispettare e tenere in considerazione gli interessi degli altri stati. Ma con la proliferazione di entità commerciali e non governative nello spazio, alcune nazioni concordano che è ora di cambiare le regole.  

Secondo Abimbola Alale,  amministratore delegato di Nigerian Communications Satellite Limited, “lo spazio sta diventando sempre più congestionato”, creando il potenziale per ulteriori conflitti e collisioni. Sebbene gli Stati siano attualmente responsabili delle proprie attività spaziali nazionali e delle imprese spaziali private che operano all’interno dei loro confini, i relatori hanno convenuto che, a differenza dell’Outer Space Treaty del 1967, qualsiasi trattato futuro deve tenere conto dei diritti e degli obblighi degli attori non statali.  

La giusta tecnologia può aiutare

Gli esperti affermano che è possibile utilizzare la tecnologia per aiutare a regolare il traffico spaziale e la difesa, ma per farlo sarà necessario sviluppare una più avanzata “consapevolezza della situazione spaziale”, un’espressione che si riferisce al tenere traccia degli oggetti in orbita e prevedere dove saranno in un dato momento. Sebbene ci siano alcune limitazioni nel farlo, molti attori statali e privati si affidano già ai sistemi di tracciamento per operare in sicurezza nello spazio.

Tecnologie come i telescopi sono notevolmente migliorate nell’ultimo decennio e, in combinazione con computer più potenti, offrono ora un quadro più chiaro delle attività spaziali. Come hanno sottolineato diversi relatori, tuttavia, il futuro della sicurezza spaziale dipende in parte da quanto bene questi e altri progressi possano aiutare i paesi e le aziende a comprendere i reciproci piani e motivazioni.

Tuttavia, Silverstein ha affermato che prima di poter giungere a qualsiasi accordo che possa potenzialmente risolvere le nostre sfide spaziali, dovremmo cercare di confrontarci su quanto accade nel panorama politico internazionale. “I sistemi spaziali sono indissolubilmente legati a tutto ciò che facciamo sulla Terra”, afferma. “È molto difficile affrontare una corsa agli armamenti nello spazio senza risolvere i problemi sulla Terra”.

(rp)

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