La pandemia spinge verso un Venmo pubblico

In America, la necessità di distribuire gli stanziamenti previsti nei provvedimenti governativi di emergenza potrebbe portare alla creazione di nuovi sistemi di pagamento gestiti pubblicamente.

di Mike Orcutt

Ron Kim era già dell’idea che il denaro dovesse essere ripensato e ora che l’epidemia di coronavirus ha messo il sistema in crisi ne è più convinto che mai. Prima che il covid-19 iniziasse a diffondersi negli Stati Uniti, Kim, un consigliere del distretto del Queens, il secondo quartiere per estensione della città di New York, aveva spinto lo stato a creare un sistema di pagamento digitale gestito pubblicamente. 

Lui e altri sostenitori avevano ideato una sorta di “Venmo pubblico”, vale a dire una versione popolare del servizio di pagamento peer-to-peer. L’argomento di Kim è essenzialmente che i residenti di New York hanno bisogno di una rete di pagamento gratuita e accessibile al pubblico. Perché? Le aziende di carte di credito e altre piattaforme di pagamento digitale a scopo di lucro spesso addebitano commissioni di transazione esorbitanti e tendono ad escludere le persone che non dispongono di conti bancari. Inoltre sollevano serie domande sulla privacy a causa dei dati raccolti sulle transazioni.

Oggi, la pandemia ha messo in luce l’ennesimo motivo per cui abbiamo bisogno di piattaforme di pagamento digitali accessibili al pubblico, afferma Kim. Il governo deve trovare un modo migliore per inviare aiuti alle persone in difficoltà. “Ora è ancora più urgente implementare i portafogli digitali”, egli afferma.

Kim ha avuto l’idea originale di un “Venmo pubblico” per New York insieme al professore di giurisprudenza Cornell Robert Hockett. In un documento ufficiale che illustra la proposta, Hockett, che ha anche un background in informatica, sostiene che le nuove tecnologie finanziarie emerse nell’ultimo decennio rendono la costruzione di una piattaforma di pagamento peer-to-peer “una soluzione semplice e diretta”. 

Lo scorso autunno, Kim, Hockett e Julia Salazar, una senatrice dello stato che rappresenta gran parte di Brooklyn, hanno presentato una proposta legislativa per quello che hanno ufficialmente chiamato Inclusive Value Ledger. La piattaforma consentirebbe alle persone di risparmiare, spendere e prestare una nuova valuta digitale che funzionerebbe solo a New York.

Il trio ha anche proposto che alcuni benefici pubblici, come i crediti d’imposta statali rivolti alle famiglie a basso reddito, siano trasformati in valuta digitale che potrebbe essere distribuita ai destinatari tramite un “portafoglio digitale”. Ciò consentirebbe anche di attribuire valore ai buoni mensa delle scuole pubbliche per quei genitori i cui figli non beneficiano dei pasti perché le scuole sono chiuse durante la pandemia, afferma Kim. 

In teoria, continua, anche i sussidi federali potrebbero essere distribuiti ai residenti di New York attraverso lo stesso sistema pubblico, forse usando una futura versione digitale del dollaro statunitense. Nel frattempo, grazie all’epidemia, sappiamo che il dollaro digitale potrebbe non essere così lontano. Questa possibilità è emersa durante il passaggio legislativo del sistema di incentivi da 2 trilioni di dollari che il presidente Donald Trump ha firmato il 27 marzo

Poiché così tanti americani avevano già perso il lavoro, il disegno di legge finale autorizzava l’Internal Revenue Service a inviare pagamenti diretti in contanti a milioni di americani per coprire le spese quotidiane. Mentre il Congresso discuteva del modo migliore per distribuire quei soldi, i democratici alla Camera dei Rappresentanti hanno spinto per la creazione di quello che hanno definito dollaro digitale.

L’idea, in sostanza, era che la banca centrale americana, la Federal Reserve, avrebbe permesso a tutti, non solo alle banche, di aprire conti, sotto forma di portafogli digitali, tramite la loro banca commerciale o il servizio postale degli Stati Uniti, che avrebbe fornito servizi di conto e bancomat.

Questo sistema non solo sarebbe molto più veloce degli assegni postali, che richiederanno settimane o mesi, ma il trasferimento di dollari digitali tramite un sistema gestito pubblicamente sarebbe teoricamente più inclusivo rispetto all’utilizzo del sistema bancario come intermediario. Le banche commerciali negli Stati Uniti non sono tenute a offrire un conto a tutti coloro che ne fanno richiesta e, di conseguenza, “il sistema bancario esclude le persone che non garantiscono profitto”, afferma Morgan Ricks, professore della Vanderbilt Law School.

L’uso di banche commerciali per distribuire incentivi ha già avuto effetti deleteri per alcune categorie di persone. Poiché il Congresso non ha esentato dai pagamenti del debito privato, le banche stanno trattenendo i soldi per compensare i debiti di alcune persone. Per il momento il Congresso ha scelto un sistema distributivo tradizionale consistente in depositi bancari diretti (utilizzando le informazioni bancarie che l’IRS ha archiviato) o la spedizione di assegni postali.

La versione finale della legge consente di bypassare le banche tradizionali facendo depositare il denaro direttamente su un conto PayPal o versandolo sull’app Cash di Square. Ma Kim lo definisce un “cavallo di Troia” per i sistemi di pagamento digitali commerciali. “Anche se offrono transazioni gratuite, estrarranno comunque i dati e troveranno un modo per monetizzare”, egli spiega.

Tuttavia, rimangono domande senza risposta su come dovrebbe essere progettato un sistema gestito dal governo come quello che Kim sta proponendo. I maggiori problemi riguardano la privacy e la sicurezza dei dati. In che modo gli utenti della rete dimostreranno la loro identità? E come saranno protette le loro informazioni di identificazione personale da hacker e malintenzionati?

Kim riconosce che in questo momento l’idea di fondo è la cosa importante. “Alla base di ciò che stiamo cercando di fare nella prima fase c’è semplicemente l’affermazione del principio che le piattaforme di pagamento non devono essere private”, egli conclude.

Immagine: Ms Tech / Getty Images

(rp)

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