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L’amministrazione Trump mette in dubbio la costituzionalità del programma cap-and-trade dello stato della California.

di James Temple

Il presidente Trump ha lanciato un nuovo attacco a due dei suoi obiettivi preferiti: i regolamenti per la protezione del clima e lo stato della California.

L’amministrazione Trump ha intentato causa alla California contro il programma statale per il commercio e lo scambio, perno di ambiziosi sforzi per ridurre l’inquinamento climatico nei prossimi decenni. 

Il fulcro della questione è il fatto che il mercato del carbonio, grazie al quale le aziende possono vendere ed acquistare quote d’emissione di gas serra in rapida diminuzione, coinvolge anche la provincia canadese del Quebec. Secondo l’amministrazione, l’accordo costituisce il tipo di contratto internazionale che solo il governo federale può stipulare. 

Si tratta dell’ultimo esempio di come la Casa Bianca si stia disfando di tutte le regole a favore della lotta contro i cambiamenti climatici che minacciano i grandi interessi dei combustibili fossili e si rivolge a una base di sostenitori che detestano le politiche relativamente progressiste della California. “La Casa Bianca continua prosegue con la sua vendetta politica contro la California, le nostre politiche sul clima e la salute delle nostre comunità”, ha dichiarato il Governatore Gavin Newsom. 

Il mese scorso, il Dipartimento di Giustizia ha avviato un’indagine su quattro case automobilistiche che hanno stretto un accordo con la California per costruire veicoli più efficienti dal punto di vista del consumo di carburante, aggirando così gli sforzi dell’amministrazione Trump di annullare le normative automobilistiche dell’era Obama. Esperti legali, hanno dichiarato assurdi i presupposti dell’indagine. 

In questo caso, però, l’amministrazione Trump potrebbe avere degli argomenti validi. Il programma di protezione commerciale era già stato valutato a rischio dagli esperti in giurisprudenza. Come osservato dal Los Angeles Times in un editoriale, “La Costituzione è chiara in merito; l’articolo I della costituzione sancisce che ‘Nessun singolo Stato può stipulare alcun Trattato, Alleanza o Confederazione’.” Non a caso, la Corte Suprema statunitense, ha già una volta deliberato a sfavore di una precedente legge californiana che invadeva il dominio del governo federale sugli affari esteri. 

“In questo caso, il caso portato in causa dall’amministrazione Trump è più definito rispetto a passate affermazioni di dubbia legalità” utilizzate contro le politiche climatiche, spiega Danny Cullenward, economista energetico e avvocato della Carnegie Institution. La California, probabilmente, difenderà l’accordo sostenendo che una connessione di mercato non equivale a un trattato, in quanto le dichiarazioni sottoscritte nei documenti non generano diritti o obblighi legali specifici. 

Lo stato fa affidamento sul programma cap-and-trade per coprire quasi il 40% dei tagli alle emissioni previste entro il 2030, equivalente a circa 240 milioni di tonnellate. Il programma si è dovuto scontrare con diversi ostacoli, ma è ancora considerato un banco di prova critico per la possibile efficacia di questi meccanismi basati sul mercato. 

In caso di successo dell’amministrazione Trump, la California sarebbe costretta a separare il proprio mercato da quello del Quebec, limitando la portata e l’efficacia del sistema di carbon trading. Le società californiane perderebbero, di conseguenza, anche eventuali concessioni già ottenute nel territorio del Quebec. La sola procedura legale potrebbe scoraggiare in partenza altri stati dal perseguire simili accordi oltre frontiera.

Foto: Joshua Sukoff, Unsplash