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Lo stato ha richiesto un progetto per sei nuovi enormi reattori.

di James Temple

Dopo essersi tenuta lontana dal nucleare per anni, la Francia improvvisamente vuole costruire sei enormi reattori. Secondo quanto riportato da Le Monde, il governo avrebbe chiesto alla EDF, la principale società energetica controllata dallo stato, di elaborare piani per costruire tre nuove centrali nucleari, ognuna con una coppia di reattori EPR. Il design di terza generazione produrrebbe elettricità sufficiente a rifornire 1.5 milioni di persone e sarebbe in grado di spegnersi e raffreddarsi automaticamente in caso di incidente.

Il nuovo sviluppo non sembra essere né certo, né finanziariamente assicurato, ma gli esperti in campo energetico si sono dichiarati sorpresi dalla notizia che sembrerebbe indicare un cambio di posizione della Francia sul nucleare. Per non parlare del fatto che i primi tentativi di costruire simili reattori ad acqua pressurizzata hanno condotto a ripetuti ritardi e costi aggiuntivi.

La Francia produce oltre il 70% della propria elettricità dall’energia nucleare, la quota più alta di qualsiasi altra nazione al mondo, ma il sentimento popolare è cambiato dopo il disastro nucleare del 2011 a Fukushima, in Giappone. Gli enti regolatori francesi hanno sollecitato aggiornamenti di sicurezza per gli impianti esistenti e nel 2015 il governo votò per ridurre la percentuale di energia generata dal nucleare al 50% entro il 2025 (una data poi rimandata al 2035).

Negli ultimi anni, l’industria nucleare si è dibattuta tra preoccupazioni in materia di sicurezza, l’aumento della concorrenza del gas naturale e delle energie rinnovabili e condizioni di sviluppo di alto profilo. La Francia intende chiudere circa 15 reattori entro il 2030, dichiara Jessica Lovering, ricercatrice nucleare della Carnegie Mellon. La costruzione di sei reattori non aumenterebbe necessariamente la quota di elettricità prodotta dalle centrali nucleari in tutta la nazione, in particolare a fronte dell’aumento nella richiesta previsto per i prossimi anni.

La Francia si è appena impegnata a conseguire la neutralità carbonica entro il 2050, in ogni ambito economico. Per ottenere questo risultato, il paese dovrà tagliare la produzione di inquinamento climatico non solo dal settore elettrico ma anche in agricoltura, trasporti e industria pesante. A questo punto, è probabile che i funzionari vogliano evitare di perdere ogni fonte di elettricità senza emissioni. Per non parlare del fatto che le centrali nucleari producono calore che può essere utilizzato per guidare alimentare processi industriali cruciali.

Gli esperti si sono anche dichiarati sorpresi del fatto che la Francia stia valutando di procedere con i grandi reattori EPR anziché quelli piccoli e modulari che potrebbero ridurre significativamente i costi iniziali e i rischi di sviluppo. La Lovering e altri  hanno però sottolineato come, con i primi impianti EPR già attivi, l’industria abbia sviluppato competenze, catene di approvvigionamento e perfezionato progetti al punto da poter probabilmente ridurre tempi e costi necessari allo sviluppo di nuovi reattori. “Piuttosto che ricominciare da capo con un nuovo design, penso stiano cercando di imparare dai fallimenti del passato per rendere migliore la prossima generazione”, afferma.

Immagine: Centrale nucleare della EDF Flamanville

(lo)