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Gli attacchi informatici alle piattaforme di scambio in valute digitali potrebbero ispirare sempre più paesi a evadere le sanzioni internazionali.

di Mike Orcutt

La Corea del Nord potrebbe aver escogitato una nuova strategia per superare le sanzioni economiche internazionali e raccogliere milioni di dollari: rubando criptovalute difficili da tracciare.

L’anno scorso, hacker sponsorizzati dal governo nordcoreano avrebbero razziato scambi in criptovalute per “diversi miliardi di won” di valore, stando a un membro del parlamento sudcoreano. Sarebbe stato sottratto più di un milione di dollari, e gli attacchi non accennerebbero a cessare.

Lo scorso settembre, la società di sicurezza informatica FireEye aveva dichiarato che hacker nordcoreani avevano presso di mira almeno tre piattaforme di scambio sudcoreane. Alcuni investigatori sospettano che la Corea del Nord sia il mandante del colpo che, lo scorso dicembre, ha portato al collasso della società di scambi Youbit.

Cosa seguirà: Problemi di sicurezza nazionale graveranno certamente sul dibattito attorno la definizione delle norme che dovranno regolare le criptovalute. Il ministro della finanza della Corea del Sud ha rassicurato gli investitori che il governo non intende bandire gli scambi in criptovalute, ma i regolatori stanno ancora contemplando l’ipotesi di vincolare il mercato. Dopo la Corea del Nord, possiamo aspettarci di scoprire altri governi che fanno uso delle criptovalute per evadere le sanzioni internazionali.

(MO)